Vai ai contenuti

Lez. 63 - Domande e risposte

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
15 aprile 1960

Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2016

  1. Vi saluto e vi porto benedizioni, miei carissimi amici. Questa serata è benedetta. La giornata odierna, nella vostra sfera terrestre, rappresenta una data molto speciale. Segna un momento particolarmente elevato, quando il più alto tra gli spiriti creati compì il più grande atto d’amore [ndt: si riferisce certamente alla Pasqua del 1960, anno in cui fu trasmessa la presente lezione]. Pensiamo a Lui con tutto il nostro amore. Il modo migliore per onorarlo è portare avanti questo lavoro, a cui tutti noi abbiamo il privilegio di partecipare – voi dal vostro lato e noi dal nostro. In questo modo, Gesù Cristo, che ci ha mostrato la via, avrà compiuto questo immenso atto d’amore veramente per tutti voi. Perché solo tramite il sentiero della purificazione sarete in grado di trarre beneficio dal Suo amore, dalla Sua verità e dalla Sua presenza. Solo in questo modo Lo seguirete lungo i suoi passi. Ma non dovreste farlo considerandolo un “dovere”, quanto piuttosto sentendo crescere in voi la certezza che saranno l’amore e la verità a rendervi liberi. Amore dovrebbe essere sempre la parola chiave. Possa l’amore pervadere la regione più profonda della vostra anima.

  2. E adesso, amici miei, sono pronto a rispondere alle vostre domande al meglio delle mie possibilità.

  3. DOMANDA: Qui ci viene insegnato che la salvezza si raggiunge mediante il lavoro, mediante la ricerca di sé stessi, mediante lo sforzo e l’individuazione delle immagini da districare. Oggi, un uomo che definisce se stesso un “cristiano nato due volte”, mi ha chiesto se accettavo Gesù quale mio salvatore personale, dicendomi che se non lo avessi fatto, non avrei mai trovato la salvezza. La mia domanda è: come possiamo conciliare questa dottrina della fede nella salvezza proclamata dalla Chiesa, con il nostro lavoro sul sentiero? E inoltre, questa fede in un essere celeste fattosi uomo, è sufficiente perché un comune mortale possa condividere, attraverso riti misteriosi, la Sua vita divina? Questa fede con i suoi sacramenti, è sufficiente a redimerci dai legami di colpa terrena e dalla morte terrena per risvegliarci ad una nuova vita che dovrebbe significare esistenza e beatitudine eterne?

  4. RISPOSTA: Prima di tutto, vorrei sottolineare che molti esseri umani cadono in un grosso equivoco nel pensare che qualunque atto, anche il più grande atto d’amore, possa esser loro sufficiente per venire liberati dai loro legami interiori. Coloro che amano pensarlo, spesso lo fanno perché in effetti sarebbe molto comodo. Naturalmente non è così e le parole di Gesù non hanno mai inteso dire questo.

  5. Ho spiegato a lungo in che modo l’atto di Gesù Cristo ha costituito la salvezza per tutti gli esseri caduti, quale fu il Suo contributo e come aprì la porta, mostrando la via. Non devo ripeterlo ora, perché è tutto registrato ed è inutile sprecare tempo a riparlarne. Rileggendo le mie parole [Vedi Lez. n° 19 Gesù Cristo - ndt], vi renderete conto che non si è mai affermato, né sottinteso, che la venuta del Cristo esentasse l’uomo dal lavoro e dallo sforzo personali. È vero piuttosto il contrario.

  6. È possibilissimo raggiungere la salvezza, la libertà interiore, la liberazione dall’illusione anche senza accettare il Cristo. Questo però non cambia i fatti. E i fatti sono che Gesù Cristo è il più alto di tutti gli esseri creati, che venne sulla terra e che la Sua venuta fu il punto di svolta nell’evoluzione generale degli spiriti caduti. Quando lo sviluppo personale raggiunge il suo punto ottimale, l’uomo è aperto alla verità in ogni suo aspetto. È capace di sbarazzarsi dai pregiudizi e dalle idee preconcette e niente ostacolerà la sua strada verso l’esperienza della verità a tutti i livelli.

  7. In altre parole, una persona può iniziare il sentiero dell’auto-evoluzione pur coltivando ancora alcune idee che non sono in accordo con la verità, sia su questo argomento che su qualunque altro. Tuttavia, ad un tratto, la verità penetrerà come risultato di un’esperienza interiore, e non come accettazione esterna di una dottrina o di una credenza. Ed è ugualmente possibile che le persone credano e accettino quella verità – o qualsiasi altra – pur conservando ancora nella loro anima proprio quei blocchi che impediranno loro di liberarsi. Le persone si attaccano a certi pregiudizi a seconda dell’educazione ricevuta, dell’ambiente, delle loro idee distorte o delle immagini personali. La resistenza interiore blocca la strada alla verità. Può anche succedere di avere emozioni molto distorte e di abbracciare una verità solo per caso. Quella verità allora sarà inefficace, poiché raggiunta grazie a motivi sbagliati e insane emozioni di fondo. Ad una falsità ci si può anche opporre a causa di blocchi interiori e opinioni soggettive, anziché per libertà e obiettività. In breve, potete opporvi ad una cosa non vera per motivi distorti, come invece accettare una verità spinti da emozioni non sane. Il requisito è sempre e principalmente quello di purificare le emozioni. Ciò che conta è il giusto intento, e non quel che si accetta e si crede superficialmente. Il motivo e il modo in cui si è formata una credenza, su quali motivazioni è basata – questo è ciò che conta, in ultima analisi.

  8. Il sentiero che state percorrendo è destinato a portare allo scoperto tutte le vostre motivazioni distorte, non importa quanto profondamente nascoste e inconsce; così la vostra anima sarà sana e libera. Questo, a sua volta, vi consentirà di sperimentare la verità che avete bisogno di conoscere, piuttosto che accettarla solo a livello teorico.

  9. La verità di Gesù Cristo alla fine farà parte dell’intima esperienza di tutti coloro che sviluppano la loro anima. Ad alcuni, questa verità giunge prima, mentre comprendono più tardi altre verità. Per altri sarà l’opposto. Ma imporre di “Dover accettare Gesù Cristo”, è sbagliato quanto dire che “Dovete credere a Dio”. Può suscitare solo reazioni deleterie, quali compulsione, senso di colpa, resistenza o ribellione. Tutti i “doveri” creano situazioni che vi portano a resistere alla verità. Si abusa della verità quando la si usa come strumento del principio di dominio dell’uomo. L’altra persona lo avverte e poi proietta la sua resistenza verso il divino anziché verso la controparte. Spesso la resistenza è altrettanto sbagliata quanto la cosa a cui ci si oppone. Entrambe le alternative sono errate.

  10. La fede in Dio, la fede in Cristo, la fede in sé e per sé, è naturalmente una chiave fondamentale. Ma non la si può ottenere a comando. La fede sorge in modo naturale, quando vengono rimossi gli impedimenti. Tutti gli esseri umani possiedono una riserva interiore di fede, amore, verità, saggezza, che però restano bloccate dalle ostruzioni e dalle deviazioni. Tutte queste qualità divine si liberano automaticamente nella misura in cui le deviazioni interiori si raddrizzano, grazie al lavoro sul sentiero. Il risultato è sempre questo. È una crescita naturale che non può mai essere forzata direttamente. Quando i vostri maestri religiosi terreni vi martellano dicendovi che dovete avere fede, non ottengono nulla. Ben che vada sarà una fede posticcia. E più è severa l’imposizione, più forte è l’intima ribellione inconscia contro una fede non sentita, adottata solo perché pretesa e richiesta. Lo stesso è per l’amore. Non ci si può imporre di amare, ma in questo lavoro che va in profondità, alla fine imparerete e capirete perché non avete fede e non provate amore, e quali sono le conclusioni interiori errate che vi spingono a chiudere le porte alla vostra fonte interiore di fede e amore – il più delle volte inconsciamente. Tuttavia, prima di arrivare a questo punto, è spesso necessario prendere consapevolezza del fatto che fede e amore vi mancano perché la pseudo-fede e lo pseudo-amore le sovrappongono.

  11. Soltanto dopo una totale comprensione delle cause interiori, dei malintesi e delle deviazioni con tutte le loro ramificazioni e reazioni a catena, la vera fede, il vero amore, la verità vera, la reale saggezza e tutte le altre qualità divine, entreranno a far parte del vostro essere.

  12. Naturalmente, la fede è una chiave, proprio come lo sono l’amore e la verità. In ciascuna di esse, nella loro essenza non diluita, sono contenute tutte le altre qualità. Una in tutte e tutte in una. La questione non è se dovete o meno averle. Su questo non ci sono dubbi. La domanda è come raggiungerle, il motivo per cui non le avete, che cosa in voi blocca la strada. Scoperto questo, il divino che è in voi sarà in grado di dispiegarsi. Ecco una chiave – la chiave della vita, la chiave dell’universo.

  13. DOMANDA: C’è ancora una parte della mia domanda che non ha ricevuto risposta, cioè se una persona può essere salvata per mezzo di un Salvatore o mediante sforzi personali.

  14. RISPOSTA: Ho già risposto. Ho detto che non può accadere. Siete voi che dovete fare il lavoro.

  15. DOMANDA: Hai detto che la fede giunge quando vengono rimossi gli ostacoli. Ma conosco persone che hanno fede pur avendo ancora molte ostruzioni.

  16. RISPOSTA: In primo luogo, per quel che concerne le qualità divine, per gli esseri umani è sempre una questione di gradi. Non si può dire, ad esempio, che qualunque essere umano possieda una fede completa o un amore completo. La mancanza è spesso sepolta nell’inconscio. A livello conscio, la maggior parte della personalità può in effetti essere sana mentre la porzione mancante rimane nell’inconscio. Su questo sentiero, sia le carenze nascoste che le conclusioni sbagliate vengono immancabilmente portate allo scoperto. Una persona può avere una fede molto sana, mentre altre qualità divine soffrono, influenzando la personalità in misura predominante. Non si può mai semplificare troppo. A volte le cose sono complesse poiché è probabile che la fede sia compulsiva o usata come evasione, quindi non è vera fede ma pseudo fede. Si può anche trattare di una mescolanza di fede in parte sana, in parte mancante, cioè di pseudo-fede. Tutto questo deve essere rintracciato, studiato e onestamente capito. Solo a quel punto potrete mettere ordine nella vostra anima.

  17. DOMANDA: Vorrei chiedere qualcosa a proposito della responsabilità personale. La responsabilità personale non conduce forse all’irresponsabilità verso gli altri? Se sono responsabile solo di me, come prendermi cura di un mio fratello? Essere responsabile solo della mia vita e del mio benessere, non rischierebbe di portarmi all’egoismo? Farei attenzione a ciò che è meglio e che più conviene innanzitutto a me stesso, e solo dopo prenderei in considerazione l’altro. Anche se da una parte darei agli altri gli stessi diritti, prenderei in considerazione me stesso per primo.

  18. RISPOSTA: Mio caro, la tua domanda si basa su così tante premesse sbagliate che è difficile persino impostare una risposta. La responsabilità personale non è solo del tutto incompatibile con l’irresponsabilità, ma ne è esattamente l’opposto. Facendo questa domanda, è evidente che per te esistono solo due alternative, “O sono responsabile per me stesso, o per l’altra persona”. Le cose non stanno così. Quando sei, o dovresti essere, responsabile per un’altra persona, puoi realmente assumerti quella responsabilità solo se hai prima afferrato il vero significato di responsabilità personale. Altrimenti, la responsabilità verso gli altri sarà sempre insufficiente. Sarà una farsa e un auto-inganno.

  19. Succede spesso che le persone si sentano eccessivamente responsabili verso gli altri, ingannandosi rispetto alla propria mancanza di responsabilità personale. E adesso arriviamo alla parte riguardante l’egoismo. Questo è un argomento importante già di per sé, al quale dedicherò prossimamente parte di una lezione. Va a toccare un’immagine di massa che dice, “L’egoismo è bello, ma non si può essere egoisti perché è considerato sbagliato ma, in realtà, se fossimo egoisti saremmo più felici. D’altronde, l’altruismo è considerato una virtù, ma in realtà è solo un peso e non rende felici”. Questa è una comunissima immagine di massa e, in qualche misura, è presente in ogni essere umano. È estremamente importante prendere coscienza di questa parte, non importa quanto “piccola” possa essere. L’esistenza di questa immagine di massa è destinata a generare compulsione, ribellione e senso di colpa verso la ribellione stessa; è causa di ogni sorta di deviazioni interiori e di errori. Ingenera confusione nelle persone.

  20. Avere il diritto di essere ciò che siete non significa essere egoisti; non significa arrendervi alla vostra natura inferiore. Il vostro vero sé non desidera compiere azioni dannose. Questo lavoro farà emergere la persona reale, nascosta dietro gli strati della pseudo-protezione che nella vita rappresentano sempre le soluzioni sbagliate. Una volta emersa la vera persona, capirete che tutte le azioni, i pensieri o le tendenze non costruttive sono tali di per sé. Se per egoismo danneggiate qualcuno, di conseguenza fate male anche a voi stessi. Questa è la verità, e il vero sé è in grado di capire la verità, questa come qualunque altra. Tenendo presente questo, l’altruismo non sarà più un peso da portare, contro cui ci si ribella inconsciamente, un modo di sacrificare la propria “felicità”, convinti che così non si è egoisti. Se siete felici, renderete felici anche gli altri. Infatti, solo così sarete realmente in grado di portare al vostro prossimo felicità, aiuto e qualsiasi altro contributo costruttivo. Essendo “buoni” e “altruisti” perché costretti da questo malinteso, non potrete mai contribuire costruttivamente alla vita degli altri, almeno non nel lungo periodo.

  21. Non è vero che la responsabilità personale abbia a che fare con l’egoismo. Se trovi il vero te stesso e sei coerente con esso, svilupperai tutto ciò che in te è positivo, che si basa su intenzioni sane anziché distorte. Di conseguenza, altre persone trarranno vantaggio da questo. Voi stessi ne beneficerete diventando più felici e godendo del diritto di essere voi stessi, senza ostacolare chi vi sta attorno. Se, d’altro canto, vi fate martiri, sacrificando i vostri desideri più profondi e legittimi – non quelli grossolani, immaturi e distruttivi – e li mettete in secondo piano a causa di questi malintesi, non fate che agire sotto la spinta di intenzioni errate e distorte delle quali nessuno può veramente beneficiare. Per molti esseri umani sarebbe importante considerare le azioni buone e altruiste sotto questa luce. In superficie, queste azioni possono anche apparire altruiste, ma non portano altro che insoddisfazione. Questo è il segno evidente che sono azioni mosse da motivi errati, probabilmente basati su questo malinteso comune, di rispondere compulsivamente invece che per libera scelta.

  22. Se siete sinceri con voi stessi, non potete essere egoisti, ma sarete altruisti in senso sano e libero, riservando a voi stessi la considerazione cui avete diritto.

  23. COMMENTO: Posso aggiungere qualcosa? Nel Talmud c’è una frase che dice, “Se non io per me stesso, allora chi per me? Se sono solo per me stesso, allora chi sono io?”.

  24. COMMENTO: E responsabilità personale significa solo che siamo noi i responsabili delle nostre scelte e anche delle sue conseguenze. Non hanno niente a che vedere con l’egoismo o l’altruismo.

  25. RISPOSTA: Lo so, ma so anche quello che intendeva la nostra amica. Lei l’intendeva in un’altra maniera, ma naturalmente tu hai ragione. Responsabilità personale non significa andare dritti per la propria strada senza considerare gli altri. Come è stato sottolineato ora, significa innanzitutto scoprire come avete creato certi effetti nella vostra vita e prendervene la piena responsabilità.

  26. DOMANDA: Vorrei chiedere a proposito di una discrepanza. Nell’ultima sessione di domande e risposte, la domanda era stata, “Il numero totale di spiriti incarnati e disincarnati è finito? E se sì, questo numero rimane costante, aumenta o diminuisce?”. La risposta fu, “È certo che non vi è distruzione di nessuno spirito creato; perciò non ci può essere nessuna diminuzione. Ma la creazione di nuovi spiriti continua”. E alla domanda, “Costantemente?”, la risposta fu, “È così”.

  27. Ora, vorrei leggere uno stralcio dalla lezione del febbraio 1958 [ndt - Lez. n° 24 Domande e Risposte], nella quale una delle domande era stata, “Vengono creati via via nuovi spiriti?”. E la risposta era stata, “Per il momento non vengono creati nuovi spiriti – non fino a quando il Piano di Salvezza sarà concluso”.

  28. RISPOSTA: Non c’è contraddizione, anche se posso capire che sembri così; capirete fra un momento. Mi rendo conto che comunque sarebbe stato più chiaro usare una diversa terminologia. Cerchiamo di distinguere tra un’entità spirituale e la qualità, o sostanza spirituale. In essenza queste due sono la stessa cosa, ma non lo sono affatto nella manifestazione. La seconda è pura coscienza, è viva, pensante, senziente, volitiva, dotata di tutte le qualità inerenti la vita stessa. Qualche tempo fa tenni una lezione, spiegando che tutti gli esseri che hanno raggiunto il più alto grado di sviluppo, o che non hanno mai preso parte alla Caduta, possono esistere – per mancanza di una parola più adatta – nello stato dell’essere, nel quale esistono come qualità o sostanza spirituale; oppure possono ritrarre i loro fluidi a volontà e divenire un’entità spirituale simile nella forma e nell’aspetto alla forma umana, che è poi una riproduzione della forma di un’entità spirituale. In questo caso, si ritroveranno in uno stato attivo. Tuttavia questo non significa che lo stato dell’essere sia completamente inattivo; si tratta però di un’attività di tipo diverso. Questo è estremamente difficile da trasmettere e da capire. Quando l’entità spirituale decide di abbandonare i fluidi, espandendoli, liberandoli, diciamo, lo stato dell’essere sarà raggiunto di nuovo e la sua sostanza spirituale diverrà parte della grande forza cosmica. Ciò che viene spesso frainteso riguardo a questo stato, è l’idea che la coscienza cessi, che l’individualità abbia termine. Questo non è vero. Eppure, la sostanza spirituale dell’entità in questione è parte del grande serbatoio, essendo realmente fusa con l’universo.

  29. Distinguendo tra queste due forme di esistenza vedrete che non c’è alcuna contraddizione. È vero che finché il Piano di Salvezza non sarà concluso, gli spiriti creati rimarranno nello stato dell’essere, quindi non come entità spirituali che assumono l’aspetto nel quale è stato formato l’essere umano – sebbene la materia sia di qualità infinitamente più sottile e la sua frequenza vibratoria infinitamente più alta. Solo dopo che il Piano di Salvezza sarà completato, sarà loro possibile, se così decideranno, ritrarre i fluidi e, per determinati scopi, diventare entità o esseri spirituali, almeno per un certo periodo; poiché nessuno di loro desidera rimanere in quello stato per tutto il tempo.

  30. Perciò è vero che le entità spirituali, nella forma e nell’aspetto in cui potete immaginarle, non vengono create fino al completamento del Piano di Salvezza. Ed è anche vero che nuovi spiriti – sostanza spirituale, qualità spirituale, spiriti nello stato dell’essere, vengono creati continuamente. Perché il mondo spirituale è il Mondo della Vita. E dove c’è vita, deve esserci creazione. Lo spirito è vita e la vita è creazione. Solo ciò che è morto non crea. La vita non può che generare vita; non può creare cose che non siano vive. Tutto ciò che è vivo è spirito, e tutto ciò che è spirito crea. È un processo continuo che non può essere interrotto perché la non-creazione è fondamentalmente estranea e opposta allo spirito e alla vita. Questa vita creata, tuttavia, rimarrà nel fluente stato dell’essere per scopi di equilibrio fino a che il Piano di Salvezza non avrà trovato il suo compimento. La vita spirituale appena creata non influenzerà attivamente né prenderà parte al Piano di Salvezza; lo farà solo indirettamente, ma senza la capacità di un’entità definita e manifesta. Capite?

  31. DOMANDA: Sì, grazie. Era stata usata la stessa terminologia in entrambi i casi solo per semplificare le cose?

  32. RISPOSTA: Dovete rendervi conto che noi dobbiamo superare molte difficoltà. La limitazione del linguaggio umano è di per sé un tremendo ostacolo. Nel linguaggio umano contiene molte meno parole di quelle di cui avremmo bisogno per trasmettervi la verità della Creazione. A questo aggiungete gli ostacoli connessi allo strumento umano – non necessariamente o solamente causate da blocchi nel subconscio, ma anche perché certe parole, che sarebbero state più adatte in una determinata occasione, non erano presenti nel subconscio dello strumento. Se avessi dovuto spiegare tutto questo in quell’occasione, la cosa avrebbe richiesto troppo tempo, generando probabilmente ancor più confusione, perché allora non avevate la conoscenza di oggi. A quel tempo non era così importante comprendere tutti questi difficili argomenti. Discuterne allora avrebbe significato esaurire l’energia disponibile in questioni che avrebbero probabilmente creato malintesi. Questi argomenti possono venire facilmente chiariti in un periodo successivo, una volta acquisita una maggiore comprensione.

  33. E poi, c’è anche dell’altro: l’evenienza di non ricordarvi di tutti gli argomenti di cui parlo. Se vi foste ricordati della lezione sullo stato dell’essere di uno spirito e della sua possibilità di ritrarre i suoi fluidi per diventare un’entità, avreste visto che non c’è contraddizione. Ripensando all’argomento, lo avreste compreso più chiaramente o, se non altro, avreste avuto delle intuizioni. Noi di sicuro non biasimiamo nessuno di voi, ci rendiamo conto che è un comportamento umano. Molte cose appariranno come contraddizioni – pur non essendole. Infatti, parlo spesso delle apparenti contraddizioni nelle correnti psicologiche e di come esse conducano a quelle posizioni estreme sulle quali varie religioni basano le loro dottrine. Questo rappresenta una delle difficoltà principali per l’essere umano. Solo la salute interiore e l’obiettività, la sincerità con sé stessi e la rimozione delle proprie deviazioni consentiranno all’essere umano di trovare la verità fra i due estremi – o tra due verità che apparentemente si annullano a vicenda, pur essendo entrambe vere. La questione che hai sollevato qui rappresenta solo uno dei tanti esempi. La cosa, per il momento, non è importante per voi. Ma ci sono molte altre apparenti contraddizioni correlate alle tendenze dell’anima, in cui tali malintesi potrebbero creare veramente confusione in una persona, almeno per un certo periodo. Solo il sentiero dell’auto-ricerca eliminerà queste dannose confusioni temporanee.

  34. DOMANDA: Come si fa ad aumentare la propria creatività?

  35. RISPOSTA: C’è solo una risposta: identificando gli ostacoli che avete dentro, cioè, intraprendendo il sentiero dell’autoconoscenza. La creatività viene bloccata dagli errori interiori. Molti amici che hanno già intrapreso questo sentiero, da tempo sperimentano che, in alcuni casi gradualmente e in altri tutto ad un tratto, si è sviluppato un nuovo talento, o una maggiore creatività di un talento già presente. Il sentiero della ricerca di sé stessi porta alla liberazione interiore. Tra i tanti vantaggi, porta anche maggiore creatività. Con questo s’intende il massimo sviluppo di tutto ciò di cui si è capaci. Non c’è alcuna chiave magica e nessuna scorciatoia. Queste cose, ammesso che esistano, non funzionerebbero davvero, almeno non nel lungo periodo. La sola risposta durevole e reale è individuare tutto ciò che è pietrificato nell’anima, tutto ciò che è bloccato, diciamo così. E questo è un problema di ogni anima umana, senza eccezioni.

  36. DOMANDA: Uno studioso di scienze biologiche potrebbe fare esperimenti e applicare metodi scientifici nella comprensione della medianità, in modo da mettere in relazione le verità relative del mondo materiale a quelle del mondo spirituale?

  37. RISPOSTA: Sì, questo è certamente possibile. Ma, a rischio di sembrare monotono, anche qui devo dare sempre la stessa risposta: per strano che possa sembrare in relazione a questo, la chiave si trova come sempre nello sviluppo di sé stessi. Se tutti i partecipanti lo facessero, emergerebbero intuizioni bellissime e particolarissime grazie ad un approccio che non è quello seguito comunemente dagli esseri umani, specialmente nel campo della scienza. Anche se questi nuovi approcci sono a volte differenti, alla fine saranno compresi e accettati dalla scienza e non più considerati anti-scientifici. A quel punto potrete fare meravigliose scoperte e sarete in grado di mettere sempre meglio in relazione le verità del mondo materiale con la verità assoluta della realtà spirituale. Ci sarà un’integrazione per quanto riguarda questo aspetto.

  38. DOMANDA: Potrei chiedere qualcosa sulla creatività? Io stesso ho sperimentato la comparsa improvvisa di un nuovo talento e di creatività, come ben sai. Ma ci sono tantissimi artisti, in particolare pittori, che non hanno superato alcun ostacolo psicologico, eppure dipingono splendidamente.

  39. RISPOSTA: Naturalmente. Questo non ha nulla a che fare con la creatività. Non ho detto, né intendo insinuare, che la creatività esista solo nella persona sana, o relativamente sana. Molte persone hanno un grande talento, pur essendo profondamente travagliate. È accaduto loro di liberare un aspetto particolare dell’anima – magari in incarnazioni precedenti – permettendo alla creatività di fluire in una particolare direzione. Ma questo non significa che il rimuovere le ostruzioni non aumenterebbe la loro creatività. Potrebbe anche far sorgere un ulteriore talento che rafforzi e completi quello già manifesto, o potrebbe armonizzare il talento già posseduto, elevandolo a nuove altezze. In realtà, succede spesso che l’anima travagliata che abbia da un lato un grande talento creativo, sia fortemente sbilanciata da questa disarmonia. Quanto ho detto prima non dovrebbe portarvi a dedurre che il talento creativo sia possibile solo in un’anima sana. Desidero semplicemente affermare che più l’anima è sana, più la creatività latente può emergere in superficie, e anche che il modo in cui un talento si manifesta dipende dalla libertà interiore.

  40. DOMANDA: Io ho riflettuto su quale debba essere l’atteggiamento nei confronti della malattia. Sappiamo che, in caso di malattia, dovremmo cercare di trovare bravi medici e cure appropriate. Fare di tutto per star bene, non solo fisicamente, ma anche mentalmente e spiritualmente. Come conciliare questo con la consapevolezza che la malattia è il risultato della violazione di qualche legge spirituale e quindi, in tal senso, una punizione? Allora non dovremmo dire a noi stessi che meritiamo di soffrire?

  41. RISPOSTA: Ma no, assolutamente no! Non è affatto così che va intesa la questione, che venite puniti per aver violato una legge! La cosa va intesa in modo completamente diverso. Direi che l’approccio più sano è trovare in voi un’emozione che in un periodo o in un altro sia stata del tutto, o quasi, conscia. Quell’emozione parla del vostro desiderio di ammalarvi. È vero, non vedete di buon grado le conseguenze negative della malattia – vi è arrivato molto più di quel che vi aspettavate. Tuttavia, desideravate la malattia come soluzione di un problema. È chiaro che non sia una vera soluzione, eppure pensavate, o sentivate, che lo fosse. Avete scelto la malattia come via di fuga. Questo desiderio si è poi perso nel subconscio e il disagio ha preso il sopravvento. Poi vi siete accorti che la soluzione era sbagliata e il desiderio conscio di essere sani è rimasto in superficie. Ma, in realtà, ci sono due desideri conflittuali che si combattono a vicenda dentro di voi: il desiderio conscio di essere sani e quello inconscio di ammalarvi. In questa parte della vostra psiche sperate ancora che ciò che volete possa realizzarsi per mezzo della malattia, o che possiate sfuggire certi aspetti scomodi della vita scegliendo inconsciamente di ammalarvi. Oppure, vi punite per le vostre colpe utilizzando la malattia come via d’uscita, pensando così di mettervi al sicuro da una punizione ancora maggiore, inflitta da altri e non da voi stessi.

  42. La cosa migliore da fare è rintracciare e rendere conscia quella parte di voi che sceglie la malattia come soluzione a qualcosa che vi turba. Quando la trovate, potete venirne a patti. Se riuscite a ricostruire il passato e vi sforzate di ricordare il momento in cui il desiderio di ammalarvi divenne quasi conscio, avrete portato a termine la parte più importante del lavoro. A quel punto sarete in grado di rimuovere la ragione interiore per cui sceglieste la malattia. Ma dovete trovare quel desiderio contrario a quello conscio, e divenirne consapevoli. Questo è il primo passo e anche il solo modo costruttivo di agire. Non è vero che siete vittime di forze intangibili dentro o fuori di voi, e sulle quali non avete nessun controllo. Al contrario, potete sempre trovare quella parte di voi che vede la malattia come soluzione, sebbene non desideriate i problemi che la accompagnano e che il bambino in voi non poteva prevedere.

  43. DOMANDA: Quindi è giusto cercare aiuto con qualsiasi mezzo?

  44. RISPOSTA: Assolutamente. Dovreste cercare tutto l’aiuto materiale possibile – e anche quello mentale, spirituale e psicologico; agiscono tutti insieme. Ogni livello è collegato e interconnesso ad un altro. Bisogna affrontare il problema da tutti i lati.

  45. DOMANDA: Vorresti spiegare il significato del santificare la domenica, a fronte degli impegni del giorno d’oggi?

  46. RISPOSTA: Questa affermazione presenta vari significati su molti livelli. Originariamente, il livello esteriore aveva un significato diversissimo da quello attuale. Al tempo in cui fu fatta questa affermazione le persone erano generalmente molto più immature in quanto a sviluppo. Se non fossero state rese consapevoli dell’esistenza di Dio al quale rivolgere pensieri e sentimenti, almeno fino ad un certo punto, la loro natura inferiore avrebbe avuto più controllo su di loro, cosa che avvenne comunque. Ogni legge esterna è un’imposizione e perciò non vera spiritualità. Ma la legge esterna è necessaria per chi è ancora preda di istinti immaturi.

  47. Ad un livello più profondo, questo comandamento sta a indicare l’equilibrio da stabilire nelle proprie attività. Parte della vita va dedicata ai propri doveri, al procurarsi di che vivere e alle specifiche responsabilità, qualsiasi possano essere. Un’altra parte dovrebbe essere dedicata all’evoluzione spirituale. Ed un’altra ancora al piacere e al relax. In altre parole, la vostra vita dovrebbe essere armoniosa anche nel tentativo di distribuire le vostre attività in modo equilibrato durante la giornata, affinché non divengano unilaterali. Questo è sano per il corpo e per lo spirito.

  48. Oggi, questa legge non può più avere lo stesso significato. Dover “osservare la domenica” sarebbe un obbligo, indicherebbe un atto costrittivo e non servirebbe a nulla. Da questo punto di vista, dovreste ormai essere tutti in grado di gestire la vostra vita nella maniera più ragionevole. Ormai siete capaci di usare il discernimento e il buon senso per trovare il giusto equilibrio tra lavoro, crescita spirituale, riposo e svago. Dovreste essere tutti in grado di gestire individualmente questo equilibrio senza attenervi a norme e regolamenti – senza rigidità in alcun senso, ma per libera scelta utilizzata con saggezza. Ci si può sovraccaricare di lavoro eppure osservare la domenica. Oppure non si osserva la domenica nel senso interiore e non si assolvono i propri obblighi. Non bisogna pensare a Dio solo in un giorno particolare. Nulla va considerato un dovere, tanto meno Dio.

  49. DOMANDA: Che cosa pensa il tuo mondo del fatto che l’uomo vada sulla luna e su altri pianeti?

  50. RISPOSTA: Come per moltissime altre cose, è raramente la cosa in sé a essere buona o cattiva, consigliabile o sconsigliabile. La questione è sempre la stessa, cioè in che modo la si persegue. Quali sono i motivi. Se avrà successo, in che modo sarà usata. Quale direzione prenderà l’umanità con la nuova conoscenza che viene acquisita. Tutto sta nella risposta a queste domande. Non possiamo dire che una cosa è buona o cattiva in sé. La risposta si trova nella direzione che poi si prende, nell’intenzione, nello scopo, nei come e nei perché.

  51. DOMANDA: Cosa pensi del proseguire con i test nucleari?

  52. RISPOSTA: Ovviamente, nel nostro mondo siamo contrarissimi. È un chiaro segno che l’umanità non ha ancora imparato a usare queste scoperte in modo positivo e che si occupa solo del loro uso distruttivo. Finché le cose non cambieranno, il loro successo sarà la loro rovina. Se la medesima ingegnosità, il potere intellettivo e materiale fossero usati per sviluppare quell’energia in modo costruttivo, essa potrebbe trasformarsi in un grandissimo vantaggio per l’umanità; ma non in questo modo.

  53. DOMANDA: Mi stavo domandando se il dolore fisico abbia un valore spirituale e quale tipo di valore potrebbe avere altrimenti, soprattutto nel caso di persone che muoiono in agonia. Possono utilizzare questa esperienza nel mondo spirituale per un’ulteriore evoluzione?

  54. RISPOSTA: Certamente, lo spirito di un essere umano può usare l’esperienza terrena nei piani del mondo spirituale. Succede costantemente e sotto ogni aspetto. Riguardo al dolore in particolare, dipende dall’atteggiamento. Il dolore in sé non è necessariamente utile se l’atteggiamento non è costruttivo, o per lo meno finché a prevalere è l’atteggiamento negativo. Ma se si cambia atteggiamento, l’esperienza passata acquisterà valore retroattivo. Se una persona ha un approccio sano e costruttivo al dolore – o a qualunque altra esperienza spiacevole – il beneficio che ne deriverà sarà immenso. L’esperienza stessa sarà la medicina, come ho spesso affermato. Vi farà comprendere le vere cause dell’esperienza, e vi renderà liberi, favorendo in voi crescita, indipendenza e felicità.

  55. DOMANDA: Posso chiedere qualcosa sui pensieri degli altri esseri umani? C’è una persona di cui vorrei sapere di più, che mi piacerebbe comprendere più a fondo. Gli spiriti potrebbero vedere cosa sta accadendo e illuminarci per poter capire meglio?

  56. RISPOSTA: Noi possiamo vedere molto bene, ma parlarvene sarebbe assolutamente contrario alla legge spirituale. Una ragione è che verrebbero violati la riservatezza e il libero arbitrio dell’altra persona. Quella persona potrebbe non voler essere compresa dagli altri, preferendo nascondersi dietro un muro. Può non essere una decisione saggia, ma va comunque rispettata. Un’altra ragione è che non aiuterebbe la vostra crescita. Solo evolvendovi potete rafforzare la vostra intuizione, la vostra sensibilità e la vostra capacità di capire. È l’unico modo sano e giusto per arrivare a capire gli altri, per valicare il muro di separazione, ma deve avvenire attraverso i vostri sforzi personali. Se gli spiriti facessero quello che suggerisci, non solo agirebbero senza etica ma vi indebolirebbero. Ci sono comunque alcune eccezioni, ma spiegare come, quando e perché si verifichino è troppo complicato adesso. Ma se e quando accadesse, sarebbe per una ragione giusta e valida che si tradurrebbe in un risultato del tutto costruttivo.

  57. DOMANDA: Nel mondo di oggi ci sono due teorie che hanno generato un dilemma. Nel mondo scientifico si dice che l’uomo sia un animale evoluto, che si è evoluto dal regno dei pesci attraverso gli anfibi e i rettili fino allo stadio attuale dei mammiferi, ed ecco la razza umana di oggi, dopo due miliardi di anni di evoluzione della vita sulla Terra. L’altra teoria, che è ancora sostenuta da ortodossi religiosi, dice che Dio ha creato sulla Terra ogni specie a sé stante.

  58. RISPOSTA: La via dell’evoluzione è quella corretta. L’evoluzione procede dal minerale, il vegetale, l’animale inferiore, quello superiore, l’essere umano fino all’essere spirituale; l’ho spiegato molte volte ai miei amici. Sin dalla Caduta, gli esseri creati si sono divisi in più frammenti. Più la frammentazione è numerosa, minore è il grado di evoluzione. Procedendo con l’evoluzione, la frammentazione dell’essere originario va diminuendo; le particelle dell’anima si fondono tra loro. Ma lo spirito è in tutti gli esseri creati. Nelle forme inferiori la quantità di materia spirituale è minore, tutto qui. In questo senso, la scienza è più vicina alla verità, sebbene la sua interpretazione sia leggermente diversa e tralasci molti aspetti importanti.

  59. COMMENTO: Potrei aggiungere che forse, a questo proposito, è vero che in origine, prima della Caduta, ogni spirito venne creato separatamente. Ma gli esseri umani incarnati si stanno evolvendo in una lenta risalita dalla Caduta?

  60. RISPOSTA: Esatto.

  61. Miei carissimi amici, siate tutti benedetti in questo giorno nel Nome del nostro santo Signore, Gesù Cristo. Seguite le Sue orme nel modo corretto, cioè trovando la vostra verità interiore, affrontando il vostro sé più profondo, liberandovi dalle falsità, in modo da evolvervi in un essere libero e felice, in grado di donare libertà, felicità e amore agli altri. Perché così Dio vuole che siate, non sofferenti, non nel dolore, ma pienamente felici. Siate benedetti, miei carissimi amici, siate in Dio!

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 63 - Questions and Answers
Il copyright del materiale della Guida del Pathwork® è di esclusiva proprietà della Fondazione Pathwork®
Torna ai contenuti