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Lez. 254 - Arrendersi

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
18 ottobre 1978

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione a cura di Andrea Genini e Anna Orsini
Registrazione vocale a cura di Margherita Saetti
Edizione Febbraio 2019

  1. Miei cari amici, la luce dell’Eterno si diffonde come una grande benedizione che avvolge voi e tutti i vostri sforzi che sono santificati dal vostro impegno nel servire Dio e il Suo meraviglioso piano evolutivo.

  2. Si può riconoscere la mano di Dio in tante manifestazioni terrene. Si può chiaramente avvertire la Sua presenza così come la Sua assenza, quando lo si esclude. La natura è una delle manifestazioni terrene in cui si può sempre scorgere la creatività divina dello Spirito Eterno. Quanta meraviglia desta la saggezza e la lungimiranza visibile nei minimi dettagli progettati per proteggere, sostenere e mantenere ogni specie. L'abbondanza, la bellezza e la ricchezza manifestata da ogni entità creata proclamano in modo chiaro ed eloquente che solo la più grande delle menti avrebbe potuto concepire i molti sistemi preposti a conservare la vita sulla terra.

  3. È ormai chiaro per molti che l'equilibrio della natura viene alterato dalla sconsideratezza o dall'avidità dell'umanità. La recente crescita di consapevolezza al riguardo è della massima importanza. Ma c'è anche un aspetto della natura che sembra contraddire l'amore divino, un aspetto che sembra crudele: le forze distruttive della natura, le tempeste, le inondazioni e i terremoti. Eppure, se si osservano da un'altra angolazione, non sono che crisi necessarie, che ogni entità deve attraversare per ristabilire l'armonia interiore con la legge divina.

  4. Altri esempi di crudeltà della natura rientrano in una categoria diversa. Ad esempio, una specie potrebbe dipendere da un'altra per mantenersi in vita e sopravvivere a sue spese, in un rapporto di predatori e vittime. Sebbene le vittime siano sempre dotate di difese specifiche, cosicché il singolo animale se la possa in qualche modo cavare, su larga scala una specie serve a sostenere l'altra. Queste condizioni consentono, in natura, di mantenere un equilibrio generale. Eppure un animale che ne uccide un altro per potersi nutrire appare crudele, e sembra negare la presenza di Dio. Ma è anche vero che gli animali non indulgono mai nell'inutile crudeltà e distruttività di cui sono capaci gli esseri umani. È proprio grazie a una coscienza più evoluta che l'umanità può sempre scegliere di incanalare il proprio agire verso il bene o il male. Eppure sembra tragico, e in qualche modo lo è, che un animale debba sopportare il terrore e il dolore per consentire il processo generale della vita.

  5. Ora vorrei che capiste che questo aspetto della natura riflette precisamente lo stato di coscienza complessivo dell'umanità, che è dualistico, essendo una combinazione di bene e male. Le credenze dell'umanità sono sempre caratterizzate da questa polarità. Poiché la totalità delle credenze umane crea il vostro ambiente, la sfera terrestre riflette proprio questa polarità. Se ne può osservare la presenza nelle più remote manifestazioni, che in superficie sembrano non avere alcun nesso con lo stato di coscienza dell'umanità. Queste manifestazioni sembrano esistere indipendentemente dalle credenze umane, da atteggiamenti, sentimenti e intenzioni, eppure in realtà non è così. Ogni sfera, regno o mondo, dal più basso al più elevato, è immancabilmente un riflesso totale dello stato generale di coscienza degli esseri che si trovano in quella sfera. È stato spesso detto che paradiso e inferno non sono altro che stati di coscienza. In un certo senso è vero. Tuttavia, le stesse persone che fanno questa affermazione spesso trascurano il fatto che gli stati di coscienza creano anche le condizioni fisiche dentro e intorno a loro.

  6. Se questo mondo riflette la combinazione dei due estremi che formano la polarità, devono esistere anche altri mondi in cui un aspetto supera talmente l'altro che la polarità scompare. Le sfere del male o dell'inferno, dunque, manifesterebbero solamente dolore, paura, sofferenza e assenza di bellezza, mentre nelle sfere del bene non esisterebbero affatto dolore, paura e sofferenza. Immaginate un mondo in cui tra tigre e cervo ci sia amore reciproco! In quel mondo nessun animale avrebbe bisogno della vita di un altro per sostenere la propria.

  7. L'arte riflette, a volte, questo mondo di beatitudine, perché l'anima, nel profondo, lo riconosce e desidera tornare ad esso. I pittori, i musicisti, i poeti, i danzatori rivelano una piccola parte di questo mondo completo di beatitudine in cui nulla muore o appassisce, in cui la vita gloriosamente trova sempre nuove espressioni, senza che alcuna crepa nella coscienza impedisca la continuità della vita. Chi di voi è già pronto o è più vicino a questo stato di coscienza potrà sperimentare tali espressioni artistiche o la meravigliosa espressione della natura, come intensamente curative, lenitive, incoraggianti e oltremodo desiderabili. Ma quei richiami e quelle espressioni divine generano in egual misura sofferenza per chi è ancora immerso nelle tenebre e nutrimento per gli spiriti più illuminati. Ecco perché nelle sfere dell'inferno non c'è luce, né verità, né amore, né richiami del divino: perché non li si potrebbe sopportare. Le entità che vi si trovano hanno bisogno di crescere gradualmente verso stati più evoluti, finché la luce di quegli stati possa diventare un mezzo per rendere possibile un'ulteriore crescita.

  8. Voglio ricordarvi di nuovo che vi trovate in una sfera intermedia in cui un aspetto della polarità non esclude l'altro, cosa che riflette esattamente il vostro stato mentale. Forse potreste capire meglio la condizione di chi non riesce a sopportare la luce ripensando a un periodo della vita in cui stavate vivendo la pienezza dell'amore, della luce e della felicità, mentre i vostri pensieri vagavano alla ricerca di qualche disagio che avreste potuto talvolta sperimentare. A volte la negatività, i dissidi e la distruzione vi danno ancora un certo piacere ed eccitazione negativi. Per gli esseri che si trovano negli stati di coscienza o nei mondi più infimi e più oscuri, ogni forma di luce è insopportabilmente dolorosa.

  9. Perché vi sto dicendo queste cose ora? Il vostro prossimo lavoro sarà chiaramente incentrato sul superare e trascendere la dualità, dopo averla prima completamente compresa. Dovete quindi riconoscere che la vostra attuale sfera di vita e coscienza non può che essere una combinazione di ciò che esiste anche in altre combinazioni, e con diverse distribuzioni, nello spettro complessivo della coscienza. E se tali variabili esistono, come è ragionevole presumere, allora ci devono anche essere delle sfere di coscienza in cui non esiste dualità, né in senso positivo né in senso negativo.

  10. Quando la coscienza incontra il vuoto per la prima volta, l'oscurità è talmente vasta che s’instaura una momentanea unità negativa. Solo con il graduale espandersi della coscienza appare all'orizzonte l'altra polarità positiva e si crea la dualità. In quella fase, la dualità rappresenta già un progresso sul piano evolutivo. Solo quando la coscienza raggiunge il suo pieno potenziale l'unità diventa totalmente positiva. In quello stato di completezza non c'è più dolore, tensione o morte, che erano solo temporanei. Cessa ogni conflitto.

  11. È mio compito adesso rivelarvi molti altri modi di comprendere e superare la dualità, per poter vedere le insidie e le difficoltà mentali che assalgono la mente umana nel suo stato attuale. La dualità porta sempre conflitto e tensione. Nell'ultima lezione ho illustrato un aspetto molto specifico di questa tensione. Ora parlerò di un altro argomento della massima importanza per tutti voi. Una volta colto a fondo, vi aiuterà ulteriormente a superare un altro aspetto della sempre presente e dolorosa polarità, contro cui lottate di continuo.

  12. Spesso usate la parola "arrendersi ". Sentite che in essa c’è un aspetto importante della realizzazione spirituale. Ma è anche collegata a una grande confusione che deve essere esplorata. Gli esseri umani incapaci di arrendersi non riescono a trovare il loro nucleo o la loro natura divina, non riescono ad amare, né ad imparare e a crescere per davvero. Essi sono molto rigidi, difesi e chiusi. Eppure la capacità di arrendersi è un movimento interiore essenziale da cui può derivare ogni bene.

  13. È necessario arrendersi alla volontà di Dio; altrimenti rimarrete sempre attaccati alla vostra ottusa volontà egoica che vi porta dolore e confusione. Arrendersi vuol dire lasciar andare l'io, le idee a cui siete attaccati, gli obiettivi, i desideri e le opinioni, unicamente per amore della verità. Perché Dio è verità.

  14. Dovete anche arrendervi al vostro sentire, altrimenti non farete che impoverire voi stessi e chiudere la porta al vostro sentire naturale. Diventerete degli automi.

  15. Dovete arrendervi a coloro che amate. Ciò vuol dire fidarsi, dare loro il beneficio del dubbio, essere disposti a cedere, purché tutto serva la causa della verità.

  16. Di sicuro dovreste arrendervi a chi vi sta insegnando una materia che volete apprendere. Senza resa di base, per quanto il maestro sia bravo e disposto a darvi, potrete ricevere poco o niente. Lo stesso accade con un maestro spirituale. Se continuate a non dargli fiducia e a mantenere delle riserve, non consentite lo sviluppo di una dinamica molto importante. Presumete di poter assorbire la conoscenza mentale di un maestro da cui vi state tenendo interiormente distanti, e questo è vero, ma fino a un certo punto. Il vero apprendimento è molto più dei processi mentali esteriori. Voi possedete anche un livello interiore, emotivo, spirituale e involontario che deve imparare. In quel livello non si può assorbire nulla se non ci si arrende al maestro. Questa regola vale anche per le conoscenze più banali che volete acquisire. Un processo appreso solo per deduzione mentale non viene assorbito fino in fondo. Esso deve diventare per voi una realtà interiore, prima di poterlo fare vostro. Quanto questo è ancor più vero per la crescita spirituale!

  17. Il vostro rifiuto di arrendervi ha a che vedere con la mancanza di fiducia, con il sospetto, la paura e il malinteso che se vi arrendeste perdereste la vostra autonomia e capacità decisionale. Il rifiuto di arrendersi sviluppa a dismisura la volontà egoica, la quale si ripercuote sulla personalità. La persona che rifiuta di arrendersi s’impoverisce realmente. Arrendersi è un tale movimento di pienezza, di resa, di lasciar andare, che non può che derivarne un arricchimento, come previsto dalla legge naturale. Un’eccessiva volontà egoica porta sempre conflitto. Potete constatare come, nel vostro mondo, due volontà egoiche che si scontrino producano guerra su piccola o grande scala. Perché ritorni la pace, tra individui o paesi, ci deve essere una resa.

  18. Tuttavia non possiamo nemmeno affermare che arrendersi sia la chiave. La cosa non è mai tanto semplice. Dovreste arrendervi a qualcuno che non è degno di fiducia? Dovreste arrendervi quando la situazione richiede uno spirito combattivo per restare nella verità? In ogni vita produttiva e sana è indispensabile sapersi alzare e lottare per una buona causa, per difendere una giusta posizione, per far valere rivendicazioni fondate. Ed è anche indispensabile saper discernere se fidarsi o meno. "E come faccio a saperlo?" vi chiedete sovente.
  19. Qui nasce una grande confusione. Ci sono pochi problemi nella vita umana su cui c'è tanto malinteso e spostamento quanto sulla falsa resa e la falsa affermazione. Come diventare maggiormente consapevoli di questo aspetto così importante della vita? Come evitare capitolazione e rassegnazione mascherate da resa? Come evitare un falso e rigido attaccamento quando sarebbe più appropriato arrendersi? Lasciate che vi mostri alcune chiavi importanti, che vi permetteranno di raggiungere un perfetto equilibrio.

  20. Un io dipendente che nega ogni forma di responsabilità è del tutto incapace di arrendersi. In quel caso arrendersi diventa una rinuncia all’autonomia. Questo è il motivo per cui coloro che sono segretamente, e spesso inconsciamente, più dipendenti, con il forte desiderio di un’autorità ideale che prenda il controllo, sono anche quelli più difesi contro ogni resa. Costoro percepiscono vagamente che la resa può avvenire solo con un sé forte e sano; in quel caso il sé potrà diventare ancora più forte e sano attraverso l'atto stesso di lasciare andare se stesso. Quindi, amici miei, quando vedete in voi o negli altri l'incapacità di arrendersi, di avere fiducia, di rinunciare, di cedere, ricercate la corrente sotterranea della dipendenza e del rifiuto di un’autoresponsabilità autentica. Più grande è la ribellione e il mettere in scena il "Devo proteggere la mia autonomia, così non mi verrà mai detto cosa fare", più è disperato il desiderio interiore di non voler governare la propria vita, di non essere resi responsabili delle proprie decisioni e delle loro conseguenze.

  21. Quando scegliete un compagno, un amico, un maestro, o qualcuno di cui è necessario fidarvi e a cui lasciarvi andare almeno in un certo grado, quanto spesso siete accecati dal pensiero illusorio della vostra volontà egoica che pretende che l'altra persona sia in un certo modo, per assecondare alcuni dei vostri desideri e obiettivi distorti? Dato che una parte di voi lo sa, la vostra sfiducia è in parte giustificata, anche se l'altra persona è davvero meritevole di fiducia. Per fidarsi e cedere è necessario essere liberi in considerevole misura da aspettative irrealistiche. Il vostro sguardo deve essere limpido e non distorto da motivazioni infantili o distruttive. Se sarà così, il vostro intuito funzionerà; le vostre osservazioni saranno chiare e affidabili; il vostro canale si aprirà. Saprete che la persona di cui vi fidate non ha bisogno di essere totalmente perfetta per meritarsi la vostra fiducia. Saprete semplicemente lasciar andare laddove si dimostri necessario.

  22. Arrendersi non significa in nessun caso rinunciare per sempre alla vostra capacità di discriminare e decidere in modo indipendente. Potrebbe forse indicare un cambiamento di rotta, se ciò fosse appropriato. Perché la vita è un flusso continuo. Tutto e tutti cambiano, e non c’è una garanzia assoluta che ciò che è giusto oggi lo sarà anche domani. Maggiore è la vostra capacità di arrendervi nel modo giusto, più forti vi troverete a diventare e più la vostra visione sarà chiara.

  23. Al momento, molti di voi si trovano in uno stadio intermedio in cui il sé non è ancora completo o abbastanza integro, e la vostra visione non è sufficientemente obiettiva perché vi possiate permettere di abbandonarvi ad un atteggiamento di vera resa interiore, senza la quale è assolutamente impossibile diventare una persona completa. Perciò dovete cercare con molta consapevolezza di sviluppare ulteriormente la vostra responsabilità in ogni maniera, in modo aperto o sottile, a livello interiore ed esteriore. Allo stesso tempo avete bisogno di pregare consapevolmente e deliberatamente per potervi fidare di chi merita la vostra fiducia, perché possiate seguire la loro guida e rinunciare al vostro volere egoico. La rinuncia al volere egoico è sempre anche un atto verso Dio. Unicamente la Sua volontà dovrà sostituire la vostra volontà egoica, ma a volte la Sua volontà può agire solo attraverso gli altri, prima che possa manifestarsi in modo diretto attraverso di voi. È volontà di Dio che vi fidiate della guida spirituale verso cui vi ha guidato. È il Suo volere che vi arrendiate ad alcuni dei vostri più bei processi involontari dentro di voi, come il sentimento dell’amore e le intuizioni più profonde. È volontà di Dio che impariate a lasciare andare e allo stesso tempo a lottare con fermezza. Crescendo in autonomia e capacità creativa, sentirete molto chiaramente che non c'è contraddizione o dualità tra cedere e mantenere la propria posizione. In effetti, vi sarà chiaro che l’uno presuppone l'altro e che l’uno non è possibile senza l'altro.

  24. La lotta umana è tragica. Voi provate un profondo anelito per un appagamento che è possibile, di fatto, e non irrealistico come talvolta pensate. Eppure voi rendete la cosa impossibile perché bloccate la naturale inclinazione dell’anima verso la resa. Tutte le cose veramente buone possono venire solo quando vi arrendete alle forze più grandi dell'universo dentro e fuori di voi, al Creatore, ad un altro essere umano o al fatto di essere un seguace.

  25. Tuttavia dovete anche lottare per queste realizzazioni, rinunciando alla passività e all’irresponsabilità di pretendere che un'autorità ideale faccia tutto al posto vostro. Vi serve un’aggressività attiva e positiva per non consentire in nessun caso alle forze oscure in voi di conquistarvi, di farvi credere che sia tutto futile, o di convincervi a cedere ai loro mormorii di sconforto e di falsa resa. Qui dovete restare saldi e prendere atto del potere insito nei vostri processi mentali, nella volontà interiore, nella capacità di scegliere la fede invece della paura, il coraggio invece della codardia. Perché che cosa richiede più coraggio del credere nella verità di Dio e nel vostro potere di viverla e di dimostrarla?

  26. Esiste un equilibrio sottilmente calibrato tra il movimento attivo della personalità - nell'azione, nel pensiero o nell'atteggiamento - e una resa autentica. Quest’ultima non indebolisce mai la personalità. Essa rende l'io positivo più sano e forte. Vi consente di essere più autonomi e attivi. L'autentica attività positiva e l'autoaffermazione vi rendono abbastanza forti e resilienti da poter osare di lasciar andare il vostro sé, abbandonarvi e permettere a voi stessi di fluire con un nuovo movimento che nasce da fonti ancora sconosciute. Queste forze, come vi dicevo, possono provenire da dentro; potrebbero chiedervi di rischiare seguendo un maestro o amando un compagno. Ciò non vuol dire chiudere gli occhi alla realtà. Al contrario: dovete sempre tenere aperta ogni vostra facoltà e osservare obiettivamente, senza motivazioni personali. Verificate se desiderate ancora vedere l'altro come qualcuno migliore di voi, perché desiderate abdicare ogni autoresponsabilità, o se volete sempre proteggervi da ogni tipo di cedimento, seguendo o arrendendovi, e volete giustificarlo. Per lo stesso motivo potreste voler vedere l'altra persona come peggiore. In quel caso magari dite: "Non ci si deve fidare di nessuno. Devo stare sempre in guardia".

  27. Voi tutti vi siete arresi in alcune aree della vostra vita, altrimenti non conoscereste quali sono le conquiste e le condizioni positive di cui ora godete. La crescita sperimentata in questo cammino è in parte dovuta all'aver permesso a voi stessi di fidarvi di questo processo, del vostro aiutante, dei vostri leaders, di me. Tutto ciò vi ha aiutato ad aprirvi un po' di più e a riporre la fiducia in Dio. Fiducia che potrebbe ancora non essere estesa a ogni ambito del vostro essere. Ma ovunque vi sia fiducia vi sentirete liberi, affrancati, forti e sicuri di voi. Così quel che vi dirò adesso potrebbe apparire come un grande paradosso: solo quando lascerete andare voi stessi troverete la vera forza e la vera autonomia.

  28. È altresì corretto affermare che voi tutti state ancora trattenendo qualcosa di voi dal movimento di resa totale. C’è un angolino dell’anima che vi tenete sempre di riserva, proteggendolo dal bellissimo moto di fusione con il tutto. Più continuerete ad escludere quella parte, maggiori saranno i problemi, la paura, il dolore e il conflitto nella vostra vita. L'ironia è che siete convinti dell’esatto contrario. Credete di essere al sicuro solo se vi tenete separati, sospettosi e rigidi. La verità è che con la totale resa a Dio non solo troverete la vera sicurezza e protezione; sarete anche in grado di arrendervi agli altri se e quando ciò è appropriato nella vostra vita. Solo se vi arrendete totalmente a Dio il vostro canale sarà libero a sufficienza da distinguere la verità dalla falsità, e capire chi merita e chi non merita la fiducia per farvi da guida. Allora potrete liberare in tutta sicurezza la vostra individualità, così come la vostra anima richiede, senza il pericolo di perdervi. O forse potrei metterla così: solo se saprete perdere voi stessi troverete un sé più completo e autentico.

  29. La capacità di donarsi, di perdersi, è indice di una persona sana e completa. Per prima cosa dovreste capire molto bene, a livello mentale, quanto sia importante arrendersi, in modo che siate motivati a mettere in moto l’intero processo. Poi occorre che prendiate la decisione al livello della volontà. Non è difficile vedere come voi, in maniera conscia e deliberata, neghiate questo moto. La decisione consapevole di lasciar andare deliberatamente il proprio io e di cedere potrà sembrare inizialmente terrificante, ma se troverete il coraggio di farlo, una volta dopo l’altra, scoprirete la grande sicurezza e il senso di protezione che ne deriva.

  30. E poi dovrete occuparvi dei livelli involontari che vi impediscono di arrendervi. Dapprima potreste riconoscere l'esistenza di questo vostro aspetto di reticenza solo in modo indiretto, più attraverso le sue manifestazioni che per consapevolezza diretta. Avrete bisogno della usuale onestà e capacità di resistenza per esplorare le manifestazioni meno piacevoli, prima di poter riconoscere il vostro duro nucleo interiore che resiste e nega. Questa parte involontaria ha bisogno di essere affrontata in modo un po’ diverso rispetto alla parte cosciente. La parte cosciente risponde direttamente alla volontà, ma quella involontaria e nascosta no. Quel che dovete fare è chiedere al Cristo interiore di rendere possibile il cambiamento. Pregate per quella parte che non risponde direttamente alla vostra intenzionalità positiva e alla vostra buona volontà. Siate saldi a livello conscio nel vostro desiderio di unificare l’intera personalità per una totale resa al Creatore. Dovete anche coltivare la capacità di cedere ad altri esseri umani. Sappiate che all’inizio la vostra parte involontaria rimarrà indietro, per così dire. Essa non riesce a rispondere subito e spesso si blocca ostinatamente, nonostante il vostro potere cosciente di effettuare qualsiasi cambiamento. Fate spazio per un processo all'interno del processo più ampio, permettendo a quell’angolino nascosto della vostra anima di ricongiungersi al resto della personalità.

  31. Non avete idea di quanto sia forte il vostro spirito. Vi sottostimate di continuo e credete di essere molto più deboli e inefficaci di quanto in realtà siete. Dato che ciò che esperite è in accordo con le vostre convinzioni, è difficile scoprire quanto siate davvero forti. Potete creare di tutto, poiché avete tutte le forze creative divine a vostra disposizione. E ovviamente fate proprio questo. Alcune vostre creazioni sono spiacevoli, poiché scaturiscono da credenze negative e nozioni distorte. Se solo poteste vedere l'immenso potere insito nei vostri pensieri, nelle vostre convinzioni, negli atteggiamenti e nei desideri!

  32. Dovete ancora scoprire il potere del vostro spirito vivente, ma c'è qualcosa che ve lo impedisce. Vi crogiolate spesso nell’idea di essere indifesi e vittime delle avversità. Perfino la credenza popolare in Dio può contribuire ad alimentare la nozione che siete impotenti. Ancora una volta, non è contraddittorio affermare che ogni potere è in Dio. Egli è la fonte di tutto. Tuttavia ciò non esclude che vi possiate unire a quel potere divino e permettergli di scorrere attraverso di voi. Voi potete essere ricettivi ad esso e diventare agenti attivi di quel potere più grande. Voi avete la capacità innata di essere ripetitori delle forze creative, se solo lo sapeste e ne faceste un saggio uso.

  33. In parte il blocco è dovuto alla volontà egoica della mente limitata, spesso in conflitto con la volontà e la legge divina. Aggrappandovi insistentemente alla volontà egoica voi perdete potere, in quanto le vostre forze creative si paralizzano. D’altro canto c’è anche una parte in voi che non desidera diventare un'entità pienamente evoluta e creatrice della propria vita. Essa preferisce che le venga dato, evitando la responsabilità di creare la propria vita. Quella parte immatura vi indebolisce in un modo diverso. Eppure nessuna di queste debolezze è innata, ma sono delle costruzioni artificiali non necessarie dovute a ignoranza e atteggiamenti errati. Quando vi risveglierete al vostro potenziale innato che vi consente di creare, cambiare e influenzare la vostra sostanza dell’anima, nonché le persone e l'ambiente circostante, saprete chi voi realmente siete.

  34. Questa nuova consapevolezza unifica, tra le tante, le specifiche dualità di cui vi ho parlato in questa lezione: arrendersi e restare saldi, cedere ed essere assertivi, lasciar andare e lottare per la buona causa della verità.

  35. Durante la ricerca della linea sottile del come e quando esprimere i due aspetti, vi accorgerete che essi non si escludono a vicenda. È vero che quegli atteggiamenti sono ingredienti necessari della vita, ma è altrettanto vero che la capacità di arrendervi vi rafforza nella lotta per la verità e nella verità. Per contro, il coraggio di combattere in modo obiettivo per la verità e di ignorare i vostri interessi personali e i fini nascosti, vi darà la forza sufficiente per rischiare di lasciarvi andare e rinunciare al vostro io. Creerete una risposta automatica armoniosa, adeguata e giusta in ogni situazione. Ma mentre vi adoperate per conseguire questa condizione dovete essere molto consapevoli e continuare a provare, finché le vostre reazioni si riallineeranno con il funzionamento naturale originario.

  36. Arrendersi è come un inconscio rilassarsi interiore. È un processo involontario graduale che deriva da un grande lavoro volontario esteriore, eppure sembra semplicemente che accada. Ve lo spiego con un fenomeno che qualcuno di voi forse già conosce. Quando le persone attraversano delle fasi estreme di dolore, arriva un momento in cui il dolore non si sopporta più. A quel punto, a livello involontario, si desiste dalla lotta e subentra la resa totale al dolore, trascendendo la mente e la volontà cosciente e volitiva. In quel momento cessa ogni dolore, che si trasforma in estasi. Questo fenomeno è noto a quei crudeli aguzzini che torturano gli esseri umani per ragioni politiche o per altri motivi di potere. Nel momento in cui si accorgono di questa trasformazione, costoro interrompono la tortura, consentendo alla vittima di ritornare a una condizione in cui essa inizia nuovamente a opporre resistenza. Ciò che voglio dire qui è che ogni cosa, incluso il dolore, può essere trascesa, se il concetto di resa viene correttamente compreso e incorporato nell'anima.

  37. Prendete questi pensieri e date loro spazio e senso nella vostra mente, cari amici. Sarà l’inizio di un nuovo processo che arricchirà la vostra personalità con nuove modalità espressive. Ci sarà spazio per la fermezza, per l’autoaffermazione e per la resa, quando e dove questo atteggiamento è appropriato e proficuo. Arrendersi a Dio è sempre appropriato e proficuo. Una totale resa vostra e del vostro sentire verso un capo, un maestro, un aiutante, un compagno e verso certe condizioni particolari, è spesso un moto necessario senza di cui non riuscireste a completare voi stessi.

  38. Miei cari e amati amici, siete tutti benedetti, tutti caramente protetti nelle mani di Dio. Conoscete la forza del vostro spirito, che si manifesterà quando riconoscerete la vostra connessione con la fonte ultima di tutto.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 254 - Surrender
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