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Lez. 226 - Approccio al sé - perdonare se stessi senza giustificare il sé inferiore

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
18 dicembre 1974

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Aprile 2020

  1. Saluti, amici amatissimi. Benedizioni per ciascuno di voi qui presente. Che vi avvolgano la forza dell’amore e le benedizioni che si profondono.

  2. Nella lezione odierna vorrei esplorare degli aspetti specifici del nostro cammino, che in un modo o nell’altro è un percorso perenne per ogni essere umano e per tutto il creato. Voglio parlare di come rafforzare il processo del percorso nella fase di sviluppo in cui vi trovate adesso, amici miei. In questa fase particolare potreste incontrare ostacoli che dovreste comprendere meglio a un livello più profondo del vostro essere, per poi eliminarli e rafforzare il processo in continuo movimento di cui siete sempre più parte. A ogni passo il processo si riavvia, ma ne diventate anche parte e lo seguite, perché è più grande del voi che lo ha avviato.

  3. In realtà già lo state facendo, e in misura sempre maggiore. State crescendo, cambiando e scoprendo le meraviglie del vostro mondo interiore. Ma sarà anche utile che diveniate più consapevoli di quel che state facendo e della natura dei ritmi interiori. Avviene sempre una certa fluttuazione nell’iniziare e nel seguire il processo, che dapprima si avvia in modo indiretto ma che, in qualche raro momento di euforia, riuscite anche a percepire. Il più delle volte siete ancora ignari di fare parte di un processo, messo in atto dal vostro impegno a voler essere nella verità, a crescere e cambiare.

  4. Questo, ovviamente, è un aspetto basilare per poter avviare il processo: l’impegno generale a essere nella verità e cambiare quel che c’è di negativo e di distruttivo. Ma in seguito ci sono degli aspetti specifici che richiedono una comprensione più profonda, poiché la psiche umana si perde su alcuni temi che si confondono nella dualità della vita umana. Nella lezione di stasera vi vorrei parlare di uno di questi aspetti. Ma prima è opportuna una breve digressione - non proprio una digressione, ma lo capirete in seguito.

  5. Una delle vostre paure di fondo è la paura della morte. Essa nasce dalla confusione del pensare e percepire dualistico. La stessa paura porta a ulteriore confusione. Si potrebbe mitigare la paura non pensandoci, tuttavia essa resta celata nell’anima finché la personalità non si sia fusa in toto con la realtà divina. La paura resta, pur conseguendo una comprensione intellettuale e facendone occasionalmente esperienza interiore grazie alla crescita e alla connessione con il nucleo divino. Pur possedendo talora una conoscenza profonda del continuum della vita, tale conoscenza si diffonde lentamente. La verità deve diffondersi nell’anima e nella personalità senza fluttuazioni, senza la tentazione di concepire e sperimentare il mondo in modo errato o imperfetto. Essere intimamente consapevoli della natura eterna della vita richiede un processo lento, che dipende da molti altri atteggiamenti che paiono aver poco o nulla a che fare con questo grande tema. Il convincimento può venire solo dopo aver superato diversi ostacoli e affrontato la paura di base a vari livelli, a prescindere da cosa riteniate a livello mentale. La paura può assumere forme diverse, ma comunque essa si presenti vorrei condurvi, per cominciare, al livello della paura conscia o inconscia della morte.

  6. La vita non può essere non-vita, giacché è la natura intrinseca della vita a essere viva. A un livello più superficiale l’affermazione potrebbe sembrare ridondante, ma se ci pensate e vi ascoltate nell’intimo potrete avvertire un significato più profondo. Poiché date scioccamente per scontato che la vita possa diventare all’improvviso non-vita, la sua natura intrinseca si trasforma subito nel suo opposto. Rifletteteci, e giungerete alla consapevolezza che è pura assurdità. La vita può essere solo vita. Tutto ciò che viene creato, tutto ciò che è, può essere solo quello che è. Non può essere ciò che non è, sebbene a un livello superficiale dell’apparire possa sembrare altrimenti. Solo nello stato dualistico si vive con due opposti nell’anima. Ma ovviamente lo stato dualistico è assai limitato, se paragonato all’intero creato. Pur trovandovi in questa sfera di coscienza, se lavorerete sul serio nel Sentiero scoprirete presto che tutti gli opposti sono illusori e aspetti della stessa unicità. Voi stessi siete già riusciti, in molte aree della vostra vita interiore, a fondere tali opposti facendo cessare e riconciliando ogni contraddizione. Questo vale per tutti gli opposti del vostro livello di realtà. Dunque, se nella vita c’è unicità, può esserci solo vita. Di conseguenza la morte è, per forza di cose, illusione.

  7. A livello di coscienza siete completamente focalizzati, o quasi, sul livello della manifestazione, e non sul livello di origine, o della fonte. La vita si irradia verso l’esterno. Essa invia le sue emanazioni, i suoi flussi, le sue correnti energetiche, i suoi raggi. Ma questi raggi sono solo dei "messaggeri" esterni che suscitano gradualmente la vita. Qualche tempo fa ho parlato di questo processo di creazione in un diverso contesto.

  8. Il moto a spirale della crescita necessita di ripetizioni che devono essere collegate a contesti e connessioni diversi. In passato vi ho spiegato che la vita - che è la divinità, poiché vita e divinità sono un tutt’uno - si propaga molto lentamente nel vuoto, fino a riempirlo. Una volta ricolmo di vita, il vuoto non può più tornare a essere vuoto. Lungo il confine in cui la vita incontra il vuoto, energia e coscienza - gli aspetti principali della vita, espressi con linguaggio umano - si addensano e si trasformano in materia. Questo livello può anche essere detto di manifestazione, da non confondere con la vita reale, la fonte. La materia o manifestazione viene ravvivata e animata dalla vita finché, nel processo evolutivo, dopo ripetute trasformazioni, essa diventa un tutt’uno con la vita. Ma finché rimane sul "confine esterno", essa viene animata solo momentaneamente dalla scintilla della vita che, per sua stessa natura, ritorna sempre.

  9. Per ricapitolare: i raggi della vita animano la materia, generata dall’incontro tra la vita e il vuoto. Il vuoto viene colmato per intero dalla vita: è questo l’ineluttabile destino dell’evoluzione. Tutto ciò che è vivo è animato dalla coscienza eternamente divina. E la coscienza procede in modo perenne e cambia manifestazione, assumendo una miriade di forme diverse.

  10. Ora, cosa comporta questo per voi, amici miei? Come al solito, vogliamo usare delle profonde verità metafisiche non solo come pensieri filosofici su cui riflettere, ma da applicare in modo specifico alla vostra condizione umana e al vostro percorso. Non c’è grande verità, o fatto universale di creazione, o evento macrocosmico, che non possa essere applicato anche allo sviluppo, alla crescita, all’autoconfronto e al vostro microcosmo immediato. Se non collegate le grandi verità al vostro lavoro nel Sentiero voi usate la spiritualità come fuga dal sé, eludendo la purificazione personale e non ottemperando al compito dell’incarnazione.

  11. Voi siete orientati verso il livello di manifestazione, ma confondete la manifestazione vivificata dalla vita eterna con la vita eterna stessa. Solo dopo aver conseguito più elevati livelli di coscienza riuscite a spostare l’attenzione, all’inizio in modo quasi impercettibile, come se fosse un effetto del lavoro di purificazione. La vita si può momentaneamente ritirare dalla materia che ha creato, per consentire alla materia di dissolversi nella sua sostanza originale. La vita, in seguito, creerà e animerà una nuova forma. Il processo evolutivo muta di continuo.

  12. Occorre che la coscienza umana apra la mente ed esplori le verità che vi espongo. Giacché la paura viene dall’identificarvi con la manifestazione animata dalla fonte. Voi siete la fonte. La vostra personalità attuale, i vostri pensieri e il sentire, il vostro essere e la vostra esperienza, la vostra capacità di volere e decidere - la fonte è tutto questo. La non-vita non può fare nulla di ciò. Pur se molta della personalità manifesta modifica se stessa, cambiando ed espandendosi, tutto quel che sapete e sentite di essere non è manifestazione, ma fonte. Qui sta la confusione che genera la paura di non essere.

  13. Dovete imparare che ciò che siete adesso, pur nell’imperfezione, è la vita eterna sempre esistente che non può non essere. La vostra attuale manifestazione limitata contiene illimitate possibilità di espansione di coscienza, di esperienza, di capacità creativa di plasmare la vita e le sue forme, di essere chi voi siete per davvero. Ma in qualche modo, da qualche parte, amici miei, voi credete ancora che se la vita si ritirasse dalla materia da voi generata attraverso l’incontro tra vita e non-vita, voi cessereste di essere. Ma tutto quel che voi sapete e siete consapevoli di essere seguita a essere e non può non essere, pur con gli attuali limiti che vi riconoscete. La vostra personalità è quello che è adesso, incluse le sue attuali potenzialità. Via via che tali potenzialità animano la materia, l’autocoscienza si espande, e in tal modo conoscerete la verità sulla vostra continuità illimitata. Allora la materia si fonderà con la fonte.

  14. Per compiere questo salto mentale, per aprire la vostra comprensione ai concetti che vi sto illustrando, dobbiamo superare gli ostacoli specifici di cui vi parlavo. Vi sono molti ostacoli, e voi ci state lavorando, in una forma o nell’altra. La paura della morte è collegata a uno degli ostacoli più importanti: l’approccio al sé, nell’arduo cammino di autopurificazione. Adesso ve ne vorrei parlare in modo più dettagliato, che ce n’è un gran bisogno. Il problema è la vostra confusione ad accettare un sé che ha le connotazioni del sé inferiore, e il dovervi confrontare con la sua negatività, vedendone la distruttività e gli effetti dannosi per ciò che sono.

  15. Scambiate autoaccettazione e autoperdono per apologia e dissimulazione delle negatività del sé inferiore. Confondete il senso di colpa autodevastante e l’odio verso di voi con l’onesta ammissione di quel che c’è in voi di sbagliato e che occorre cambiare. Ovviamente questa specifica confusione dualistica è molto importante. Non è arduo capire come possa essere un grosso ostacolo per il cammino, poiché entrambe le alternative vi impediscono di crescere, espandervi e diventare un tutt’uno con il vostro Dio. Bisogna vedere, accettare e perdonare gli aspetti negativi nel contesto dell’intera personalità senza mai giustificarli. Sono tutte cose che vi ho detto e ridetto, ma per molti di voi sono ancora un grosso ostacolo. Questa peculiare dualità continua a esservi di intralcio.

  16. La paura della morte, della non-vita, ha molto a che fare con questo in due modi all’apparenza opposti. Se nel cuore alberga la paura della morte, a livello conscio o inconscio, il perdono di sé risulta assai difficile, poiché una delle peggiori punizioni è la minaccia di estinzione. La mancanza di autoperdono rende evidente la minaccia. La innesca.

  17. La paura della morte genera anche paura del movimento, cosa che è di certo tutto l’opposto della realtà. Poiché il moto della vita è perenne, e laddove la vita si ritira, il movimento si arresta. Ma dalla posizione inversa interna al livello di manifestazione, di cui il passare del tempo forma parte integrante, la vita sembra muoversi con costanza verso la morte. Dunque cambiare è un movimento che sembra accelerare il processo del morire. Restare immobili alimenta l’illusione di fermare il tempo e di mantenere lo status quo. Questo è uno dei principali motivi interiori di resistenza che fa diffidare del cambiamento e della crescita. L’illusione è talmente primitiva da essere virtualmente superstizione, cosa che non stupisce a quei livelli di pensiero e logica semicosciente. Nel cammino avete trovato vari concetti assurdi che nell’attuale livello del vostro essere continuate a conservare e a difendere, e che guidano la vostra vita in una misura che la vostra mente cosciente e matura all’inizio è incapace o non disposta a comprendere.

  18. Non serve enfatizzare che restare immobili è un invito a porre fine al livello manifesto. Così si può solo accelerare la volontà della coscienza animatrice a ritirarsi dalla manifestazione corrente per ricominciare daccapo. Se siete determinati e disposti a cambiare e a far emergere il potenziale divino, la dualità si fonderà in un’unità in cui potrete essere caritatevoli e clementi con voi stessi, e in cui potrete affrontare il sé inferiore proprio grazie a questo amore e clemenza di base verso tutto l’essere, compreso il vostro. Potrete affrontare il vostro sé inferiore sempre, senza coprirlo, spiegarlo o giustificarlo, senza addossare la colpa ad altri e senza provare odio nei vostri confronti. Un simile atteggiamento è a portata di mano della personalità se questa lo avverte come possibile, o finanche necessario. E allora diventa una meta da perseguire. Ma occorre che lo attualizziate in modo consapevole, vigilando di continuo e rimediando agli squilibri dei due orientamenti dualistici.

  19. Solo con un serio impegno a muovervi e cambiare potrete confidare che la persona che siete, che conoscete e sperimentate, continuerà a esistere. Per quanto possiate cambiare la vostra manifestazione per renderla conforme al vostro potenziale divino, alla fine sarete sempre voi, giacché voi siete Dio. Continuando a cambiare per accrescere il vostro potenziale, diventate maggiormente voi.

  20. È molto importante capirlo bene, amici miei. Tutto ciò che esiste, vive e respira, persino nella forma più minuta, è manifestazione di Dio e dunque eterno, in essenza. Non riconoscere questo fatto è una limitazione assai diffusa. Anche se ve ne ho parlato in molte occasioni e contesti diversi, quello scoglio rimane. Voi inciampate ancora nell’odio verso voi stessi. Spesso rimanete sulla difensiva, impedendovi di riconoscere quell’odio e di sentirne il dolore, poiché in segreto credete che provare odio per voi stessi sia giusto, cosa che rende il dolore insostenibile. La paura di non perdonarsi, da un lato, e l’apparente antidoto delle autococcole, dell’autoindulgenza e della negazione del sé inferiore, dall’altro, vanno sempre a braccetto. Esse sono espressione di questa specifica confusione e di questa limitazione. Esse sono la distorsione e l’inversione dell’unità formata dal rispetto di sé e dalla totale onestà nei propri confronti.

  21. Dunque quel che dovete fare sempre e poi ancora, è far posto alla vostra divinità che renderà possibile affrontare ciò che è in voi. Sappiate che il sé inferiore è solo il prodotto dell’incontro tra la vita e la non-vita. Quando la vita incontra la non-vita, l’energia crea la materia e la coscienza si frammenta. Verità e realtà vengono confuse a causa della prospettiva limitata dei frammenti. La verità viene sminuita e resta confinata ad aspetti limitati. La vostra dualità non è altro che un aspetto limitato. Avete creato degli artefatti, delle scissioni artificiali di pensiero che vi confondono la mente. Ma non sono che delle creazioni, così come la materia è una creazione dell’incontro tra la vita e il vuoto, la non-vita. La vita alla fine penetra, si spinge nella non-vita e la anima, anche se nel processo - ripetutamente, in una danza ritmica senza fine - si ritira regolarmente dalla propria manifestazione vitale.

  22. Pur disintegrandosi, la materia è stata spiritualizzata per aver contenuto il nocciolo della vita, anche se solo per poco tempo. Ma si risveglierà. La materia stessa è una creazione della vita, giacché il vuoto non può creare: esso è, in essenza, non-vita, finché la vita non lo riempie. Dunque, anche se sembra disintegrarsi, la materia non è priva di vita: sta solo seguendo un percorso inverso, indiretto. La disintegrazione della materia la ricostituirà di nuovo in nuove combinazioni, e la scintilla vitale più ovvia e più grande tornerà ancora ad animarla. Ma dovete capire che lo stesso processo di disintegrazione e reintegrazione è un moto che conduce al medesimo obiettivo. Dove c’è movimento, c’è sempre vita. La vita della materia inanimata, come vi dicevo, è un movimento inverso con una animazione ridottissima, ma anch’esso deve essere ciò che è, stabilito da leggi sagge e ineluttabili. Spiegare adesso la natura di queste leggi andrebbe oltre lo scopo della lezione.

  23. Sul livello della coscienza valgono gli stessi principi. La percezione divisa della realtà, di cui così spesso parliamo, avviene in molte forme diverse, che producono le esperienze tribolate dell’umanità. Più il movimento della vita procede, più i concetti divisi si unificano ed eliminano la sofferenza. La mente, che è consapevole e anima un’unità di coscienza, verifica e vaglia i concetti divisi finché essi diventano chiari e unificati. E chiarimento e unificazione sono resi possibili solo dal coraggio e dall’impegno profuso nella ricerca della verità divina. Poiché allora la verità è amore, e l’amore è verità.

  24. Una volta assunto l’impegno per la verità divina, sperimenterete sempre più la vita per ciò che è. Essa è tutto; non può essere altro. Non potrà essere confusa con la manifestazione che ospita la scintilla. In quella scintilla c’è tutto quello che sapete di essere. La coscienza che voi siete ora non è legata al corpo, anche se le particelle di quella coscienza rimangono come riflessi all’interno di ciascuna molecola, di ogni cellula, di ciascun atomo della materia che la vostra coscienza ha creato. Il vostro corpo è dunque espressione e riflesso della coscienza, ma quando la coscienza si ritira dal corpo, rimarrete esattamente ciò che sapete di essere adesso. Il corpo prima animato sembra disintegrarsi, dal punto di vista della coscienza limitata nel livello manifesto. Ma anch’esso passa per un processo immenso in cui ogni cellula trova nuove cellule e crea nuove forme, facendo spazio a nuovi veicoli. Ogni cellula di un corpo abbandonato dalla vita animatrice racchiude in sé una scintilla, una piccola scintilla di quella vita.

  25. Come vi dicevo, non esistono oggetti inanimati che non siano in qualche modo vivi, o parti del processo della vita. Quella piccola scintilla viaggia attraverso canali infinitamente legittimi, significativi e armoniosi, seguendo le leggi dell’attrazione e della repulsione - leggi impossibili da spiegare e portare nel contesto della coscienza umana. Quando le cellule si aggregano in nuove combinazioni, esse creano dei geni, e questi geni all’interno della struttura umana cambiano con il cambiare della coscienza. I geni di oggi non saranno gli stessi tra qualche anno, sempre che l’entità cresca e si muova.

  26. Tutte queste particelle di materia - invisibili all’occhio umano, ma comunque materia - contengono inerenti aspetti di coscienza. Pertanto non vi è cellula di un corpo inanimato che non sia espressione della personalità totale che prima ravvivava e animava quella cellula. Ciò determina, di nuovo, l’ulteriore viaggio delle cellule che si disintegrano e si reintegrano.

  27. Sulle prime la cosa parrebbe non molto collegata al tema dell’approccio al sé, riguardo all’amore e all’onestà nei propri confronti o, in distorsione, all’indulgenza e all’odio verso di sé. In altre parole, al bisogno di imparare a perdonarvi, da un lato, e ad autoconfrontarvi, dall’altro. Eppure la connessione c’è ed è molto forte, amici miei. Forse, se meditate nel profondo, la percepirete e lo saprete intuitivamente. C’è una connessione diretta tra l’odio verso se stessi, la paura della punizione, la paura della morte, e la dissoluzione della struttura cellulare che finisce in un alveo, per essere poi attratta da una nuova forma analoga.

  28. Non crediate che i vostri pensieri non siano delle creazioni dotate di struttura cellulare e di materia, anche se non riuscite a vederne la densità. Se vivete in una dualità divisa, in cui dovete odiare voi stessi per affrontare la verità sul sé inferiore, oppure negare la verità sul sé inferiore per non sentire e sperimentare l’odio di sé e la paura del decadimento, della morte, della non-vita, vuol dire che state vivendo in un canale molto particolare in cui create pensieri e forme invisibili che vi conducono a uno schema perenne di confusione e sofferenza.

  29. Adesso, amici miei, siete pronti a concepire un approccio del tutto nuovo verso di voi. Nuovo, ma non poi tanto. Avete già mosso dei piccoli passi verso quell’approccio. Ora siete pronti per un passo più grande che completi quell’approccio, un atteggiamento di totale dedizione all’autoconfronto e al rispetto di sé, all’amore per se stessi e al perdono di sé, nelle giuste proporzioni. Ora potete consentire al Dio che è in voi - e che voi potete essere, se solo lo desiderate - l’atteggiamento divino di permanere in uno stato di amore di sé nel modo più sano e divino, senza traccia di autoindulgenza o negazione della verità di quel che è il vostro sé inferiore. Potete provare rispetto, amore ed empatia per la vostra lotta meravigliosa, per la vostra stupenda onestà, malgrado la disonestà, la codardia e tutti gli altri brutti, piccoli atteggiamenti del sé inferiore tuttora presenti, senza mai dimenticare chi siete per davvero. Il fatto stesso di affrontare il sé inferiore merita clemenza, perdono e amore, per ottenere i quali gli esseri umani hanno da sempre elevato preghiere a un Dio al di fuori di loro, pensando che le dispense ricevute dall’esterno potessero rimediare a ciò che stavano negando a se stessi.

  30. Questo è il messaggio che vi do in questa lezione, amici miei. Vi lascio con una grande benedizione e con il suggerimento di prestare più attenzione ai vostri processi mentali: quei piccoli schemi di pensiero quotidiani a cui siete così abituati, che date talmente per scontati che non vi salta mai in mente di considerarne il potere creante, né che potete scegliere pensieri diversi. Questi schemi di pensiero ripetuti ogni giorno sono, forse, il vostro peggior nemico. Sono insidiosi, perché ci siete abituati. Imparate a prendere le distanze dai vostri schemi di pensiero. Osservatevi mentre li seguite, mentre date loro vita, anima ed energia, creando in tal modo uno stato di paura, di odio verso di voi, di sfiducia e disperazione. Questo è quanto vi chiedo di fare. D’ora in avanti, vivete ogni giorno della vostra vita usando questo nuovo modo di osservare i vostri pensieri.

  31. Con questo vi do una benedizione grande e meravigliosa che tutti voi avvertite e accettate sempre più. È una forza vitale palpabile. Per noi, nel nostro mondo, è assai visibile come lo è, in qualche misura, per alcuni di voi. Ma di certo ne vivete la realtà; ne siete immersi. Vi parlerò di nuovo e vi darò tutto quello che vi devo dare. Siate benedetti, miei amati.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 226 - Approach to Self - Self-Forgiveness Without Condoning the Lower Self
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