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Lez. 103 - I pericoli del troppo amore - volere costruttivo e distruttivo

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
11 maggio 1962

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Marzo 2019

  1. Saluti, miei cari amici. Dio benedica ognuno di voi. Beata sia quest'ora.

  2. Oggi vi vorrei parlare di un altro aspetto dell'amore, della volontà e delle relazioni umane. Sapete per esperienza di vita e anche dalle lezioni precedenti che questi sono tre fenomeni interdipendenti, ciascuno della massima importanza per la vostra vita e per la vostra realizzazione. Tutti insieme formano una cosa sola: se uno funziona in maniera sana e produttiva, gli altri due non potranno che funzionare bene anch’essi, in modo quasi automatico. Ma, a volte, è importante considerarli individualmente. Non ci può essere alcuna realizzazione di sé, se non si gode di buoni rapporti umani. E questi risultano impossibili senza l’amore. Né si può vivere in modo produttivo se la volontà non viene usata correttamente. L'amore e la volontà possono avere molti aspetti distorti che si manifestano in tanti modi. Di alcuni ne abbiamo già parlato. Vediamo ora questi argomenti usando un nuovo approccio.

  3. Avete imparato che è molto dannoso costringere voi stessi a provare amore, se non lo sentite. In quel caso fate uso del tipo sbagliato di volontà e di amore, e così producete un risultato negativo. Ma sapete pure che, se non date amore, non ne riceverete, e dunque, a livello sia conscio che inconscio, cercate di forzarlo. Usate la volontà per produrre un sentimento che ancora non è in voi. Nel lavoro di gruppo, tuttavia, avete appreso che ammettere a voi stessi di non riuscire ancora a provare amore è il modo giusto di crescere. Non potete affrontare nel modo corretto questa condizione che, per ora, è la verità: è la vostra realtà attuale. Se potete accettarlo senza sensi di colpa o giudizi, prima o poi ne capirete il motivo. Il capirlo libera automaticamente la vostra capacità di amare, che crescerà da sé.

  4. Tutti voi, più o meno bravi nel vostro lavoro di autoscoperta, potrete vedere, guardandovi dentro, come un’imposizione di sentimenti genuini, calorosi e costruttivi, non sia possibile né da parte vostra né di altri. Il vero sentire è sempre spontaneo e viene da sé: è un sottoprodotto indiretto dell’autocoscienza e scaturisce in modo naturale, e non è determinato dalla volontà esteriore, ossia dalla volontà che può essere attivata dalla vostra determinazione cosciente. Dunque si inizia sempre dalla comprensione di sé, e da lì si accresce la capacità di amare. Non è una novità, ma occorre ribadirlo perché non l’avete ancora assimilato del tutto.

  5. Finora si è posta l'enfasi principalmente sulla capacità di amare. Dal momento che volete essere amati, vi siete preoccupati più che altro della vostra incapacità di amare, spesso responsabile del fallimento delle relazioni che vorreste far funzionare. Ci vuole tanto lavoro di introspezione per capire che quello che credevate fosse amore era altro. In molti ci siete arrivati, almeno in una certa misura.

  6. Ora consideriamo le relazioni da un punto di vista molto diverso. Che accade se avete amato per davvero e siete stati respinti? Molti di voi hanno curiosi interrogativi al riguardo. Non capite perché, in un modo o nell’altro, siate stati respinti, pur avendo la certezza che il vostro amore fosse forte e genuino. E anche se non del tutto scevra di correnti infantili, in quell’energia, almeno, c’era del vero amore. La cosa vi confonde, perché sapete bene che l'amore è la chiave della vita e delle relazioni umane. Ma allora perché non funziona, vi chiederete? Nell'animo umano ci sono sempre correnti egoiche, avide e immature? In quel caso nessuno potrebbe mai ricevere amore, poiché nessun essere umano è perfetto. Allo stesso tempo osservate che alcune persone, sicuramente meno capaci di altre di provare amore genuino, ne ricevono molto di più. Questo non solo vi confonde, ma accresce anche il vostro senso di insicurezza, di ingiustizia e di vittimismo. Ma cerchiamo di approfondire e fare più chiarezza.

  7. Amare troppo, e dunque incautamente, o amare troppo poco, è parimenti dannoso e distruttivo. Mi riferisco all’amore personale che vuole essere ricambiato, non all’amore distaccato che sa quando mollare o mostrare il calore di un sentimento di comprensione ed empatia, senza chiedere nulla in cambio. Ma il tipo di amore - di coppia o di amicizia - che ha bisogno di essere ricambiato e che vuole possedere può rivelarsi altrettanto distruttivo sia nel dare più di quanto richiesto che nel dare troppo poco. Un amore eccessivo, quando non richiesto, e un amore asfittico, sono ugualmente insensibili, avidi ed egocentrici. Ma voi ancora non lo capite.

  8. Se una persona non ce la fa ad accogliere il vostro amore e ne è spaventata, e malgrado ciò voi sfogate il vostro desiderio frustrato di amare con un impeto più forte di quanto l'altro possa sostenere, quell’impeto spaventa e mette in fuga. Se non siete consapevoli dei vostri processi interiori, non riuscite a capire. Vi sentite respinti e ci rimuginate sopra. Così come potreste non sentire il bisogno altrui di ricevere il vostro amore, poiché avete troppa paura di uscire dal guscio, allo stesso modo potreste non comprendere l’altrui bisogno di non riceverne più di quanto ne possano accogliere in un dato momento. Dunque non rispettate il sacrosanto diritto dell'altro a non ricevere ciò che volete dargli. Per voi è una questione di tutto o niente: se l’altro non accetta tutto il vostro amore, allora voi ve lo riprendete tutto indietro. Ma se scorgerete la lotta interiore dell'altro, se sarete abbastanza maturi da dare solo ciò che può accogliere, potrà forse nascere un altro tipo di relazione, e anche molto gratificante. Ma a causa della vostra ignoranza vi perdete quell’occasione.

  9. Sicuramente le difficoltà dell'altra persona ne rifletteranno l’immaturità emotiva, i problemi e i conflitti interiori, ma voi ve la prendete. Le negate il diritto a stabilire un confine, lo stesso che reclamereste per voi in un contesto appena diverso. Così andate da un estremo all’altro: o imponete un amore soffocante che non può essere accolto, oppure vi tirate indietro e provate del risentimento. Ancora non siete in grado di sviluppare un senso di rispetto e di empatia, nel caso in cui l’altro non dovesse gradire l’intensità del vostro amore. Presi dalla rabbia, trasformate un sentimento positivo in uno negativo. Provate risentimento, rifiuto, orgoglio, e vi ritraete da quella persona o dalla possibilità di amare di nuovo. Spesso vi ritrovate in questo squilibrio distruttivo senza realmente rendervene conto. Con un atteggiamento simile annullate la possibilità che nascano delle relazioni che potrebbero diventare anche molto importanti.

  10. Abbiamo spesso parlato degli atteggiamenti, della capacità di dare e di ricevere. Se siete voi quella persona incapace di amare e di ricevere, nel Sentiero avete già imparato come comportarvi: vi guardate dentro finché non acquisite l'autoconsapevolezza e capite che cosa stia succedendo in voi. Ma se è l'altra persona ad avere lo stesso problema, allora restate perplessi e confusi. Grazie a questa nuova comprensione potrete apprendere come affrontare il problema. Ora imparerete non solo a mettere in discussione la vostra capacità di dare e di ricevere, ma anche quella altrui. Sapendo quanto questo sia importante, userete maggiore sensibilità e non andrete più avanti alla cieca. Imparerete a sentire che cosa c'è dietro alle parole, a interpretare i segnali, a percepire quello che accade nell'altra persona, anche se lui o lei non ne è consapevole.

  11. Queste parole sono rivolte in particolare a quegli amici che mostrano ancora un po’ di apertura, ma che, pur desiderando donarsi e relazionarsi, si trovano costantemente in crisi perché l'oggetto del loro affetto non è disposto a ricevere l’energia potente ed esigente che emanano. Se voi foste meno sulla difensiva, meno egocentrici, meno preoccupati di essere rifiutati o che venga frustrato il vostro volere immediato, sviluppereste una nobiltà di spirito che rispetta i limiti altrui, anche se non fossero "sani". Questo è l’atteggiamento con cui stabilire un rapporto umano. Al contrario, un dare avido ed egocentrico lo distruggerebbe.

  12. Lasciate che l'altro sia come vuole essere, accettate che reagisca diversamente da come vorreste. Così facendo arricchirete la vostra vita, e per diversi motivi - non solo perché avrete relazioni più significative, ma anche perché dipenderete meno dal predominio della vostra volontà. Potrete lasciarvi andare, ma saprete apprezzare e rispettare l’altro pur riconoscendone i limiti. Se anche la risposta dell'altro fosse "immatura", non importa. Non negate all'altro quel diritto che desiderate anche per voi. Vedete da questa prospettiva il vostro atteggiamento e le correnti più intime, e alla fine diverrete consapevoli del perché della vostra irruenza. Non la vedrete più come un valore per il quale siete ingiustamente puniti dalla vita; ne scorgerete l'intrinseco egoismo e l’avidità. Fatelo con tutta calma e maturerete in modo naturale anche sotto questo aspetto. Svilupperete un senso di riguardo e di decoro, se mi consentite il termine, rispettoso della libertà altrui. Avrete la generosità e la nobiltà di spirito di sapervi tirare indietro e di lasciar andare, e sarete più in sintonia con i bisogni degli altri, che vogliano ricevere di più o di meno di quanto voi volete offrire. Se riuscirete a farlo senza provare del risentimento nei confronti vostri o degli altri, ma con fiducia e senza sminuirvi, allora sarete cresciuti per davvero. Saprete affrontare con maturità anche la non conformità con il vostro volere, seppure, inizialmente, solo a un livello più superficiale del vostro essere. Ma tollerereste questa difformità nei livelli più profondi della vostra personalità? Fatevi questa domanda; osservate da vicino ciò che vi viene rivelato e vedete se siete disposti ad accettare l'intuizione che vi arriva. Evolvendovi in questo modo constaterete che non state rinunciando alla ricchezza che desiderate, ma unicamente al vostro immediato volere. In realtà diventerete più ricchi, e non solo in spirito, maturità, fiducia e rispetto verso voi stessi, ma si arricchiranno anche le vostre relazioni umane.

  13. Ve lo ripeto: se il vostro sentire non è ancora abbastanza maturo, non vi sforzate. Piuttosto, osservatevi mentre emanate quell’energia potente ed esigente, e vedete come reagite quando viene respinta. Vedete l’energia in azione e fatene esperienza, senza giudizio. Non esiste un altro modo, come torno a ripetervi ogni volta.

  14. Felicità e amore non sono dei processi legati alla volontà, amici miei, ma qualcosa che arriva se osservate voi stessi senza giudicare cosa sia bene o male, giusto o sbagliato.

  15. Ora, amici miei, avete troppa paura di amare? State sulle vostre? Esitate ad aprirvi al mondo e alle relazioni, e vi nascondete nel vostro cantuccio ogni qualvolta vi viene tesa una mano o vi si vuole dare amore? Chiusi nella paura, non potrebbe forse essere che vi impediate di riconoscere l'amore quando arriva, per non dovervi sentire in colpa nel rifiutare ciò che anche voi desiderate? O siete tra quelli sempre pronti a dare con generosità, anche troppa, per soddisfare una vostra necessità, e che, forse anche per una forma di avidità infantile, non tengono conto degli altri e non si dispongono con calma a considerarli con attenzione? Oppure, cari amici, siete un po’ entrambe le cose?

  16. Osservatevi da questa prospettiva. Un po’ alla volta, accrescendo la consapevolezza di voi stessi, si svilupperà anche la vostra sensibilità nei confronti dei bisogni altrui. Percepirete che il problema non sta nel fatto che l'altro non voglia ricevere nulla da voi, ma che forse non lo vuole in quel momento e con quella modalità. Forse sarà più facile per l'altro uscire dal proprio guscio, se non verrà travolto da un’energia d’amore tanto esigente e poderosa.

  17. Troppo spesso coesistono in voi entrambe le distorsioni. Da un lato siete spaventati da un amore molto esigente, eppure, se quell’amore non lo fosse, allora diventate esigenti a vostra volta senza accorgervi di ciò che, di fatto, vi si sta offrendo.

  18. Ora passiamo al tema della volontà. Ne abbiamo già discusso in passato da diverse angolazioni: l'egotismo, la volontà esteriore e interiore, e le varie manifestazioni di forza di volontà sana e malsana. Vediamo ora un'altra manifestazione negativa e alcuni altri motivi per cui la volontà non opera come dovrebbe.

  19. (1) Quando non si è consapevoli di ciò che si desidera, anche se si trattasse di una cosa sana e produttiva, il fatto stesso di non esserne consapevoli produrrà un risultato negativo. Perché? Non per il desiderio in sé, ma per il motivo che ha reso necessario il suo occultamento. Tale inconsapevolezza, che prima era voluta, non è che autoinganno. Voi volete qualcosa, ma sentite che ciò che volete è sbagliato, dunque provate a convincervi di non volerlo. Esternamente fingete con il mondo e con voi stessi di non volere ciò che interiormente desiderate. È questo inganno a causare il risultato catastrofico, non la qualità del desiderio in sé, che si tratti di un desiderio moralmente accettabile o meno. Tutto ciò è imputabile a una consapevolezza spezzata, con tutte le sue connotazioni. Dunque voi non volete ciò che desiderate.

  20. Siete talmente insicuri di voi e delle vostre ragioni che sopprimete, e in definitiva reprimete, la capacità di desiderare e la forza di volontà. Forse potreste anche trasformarle e raggiungere un compromesso, ma la non chiarezza produce una densa foschia nella psiche, un clima malsano che ostacola la vostra autoespressione. Se un desiderio è malsano non potrete gestirlo, poiché non ne siete più consapevoli. Ma si potrebbe anche trattare di un desiderio sano che non ammettete alla vostra coscienza perché vi volete allineare ai principi imposti dalla società, dall'opinione pubblica, o da altro. In tal modo vi costringete a convivere con qualcosa di molto inferiore alla vostra volontà, alla volontà del vostro sé reale. E per una ragione del tutto negativa: la mancanza di coraggio di essere voi stessi; il bisogno esagerato di compiacere; o qualsiasi altra ragione appresa dalle lezioni passate e dal vostro lavoro. Dunque un desiderio produttivo a volte si rivela improduttivo o addirittura distruttivo, se non ne diventate consapevoli.

  21. (2) Un altro motivo per cui la forza di volontà o la capacità di desiderare diventa improduttiva è che la orientate in direzioni diverse. Ne abbiamo già parlato a lungo. Se la volontà si muove un po’ in una direzione e un po’ in un'altra, il risultato sarà molto negativo. I vostri sforzi saranno vanificati e proverete un senso di fallimento e frustrazione. Potreste credere, a torto, che il fallimento sia dovuto a ragioni morali, ma non è così. Entrambe le direzioni potrebbero essere appropriate, ma il fatto che voi non siate integri dentro di voi genera ciò che inconsciamente potreste scambiare per punizione.

  22. (3) Se la vostra volontà è tanto forte da non tener conto degli ostacoli; se non rispetta le altrui inclinazioni; se non tiene conto della realtà dell'altra persona; se la forza del desiderio è sproporzionata a ciò che realisticamente si può ottenere, allora è tutto vano.

  23. (4) Se avete una volontà debole, se vi rassegnate e state sulle vostre, se siete troppo apatici e paurosi per condurre una vita significativa; se non fate qualcosa per una vita che abbia un senso per voi, ma aspettate che ve la regali qualcun altro, state menomando la vostra forza di volontà e la capacità di desiderare.

  24. Questi quattro fattori impediscono un flusso salutare, rilassato e costante della volontà e della capacità di desiderio. Tanta confusione deriva dalla tendenza a considerare qualcosa come giusta o sbagliata, buona o cattiva. Esistono tante teorie - spirituali, religiose, filosofiche o psicologiche - sull’uso della volontà. Una scuola di pensiero dice che per avere la pace non serve perseguire nulla. Che non serve forza di volontà. Che basta lasciar andare. E un'altra scuola di pensiero dice che senza volontà non c’è vita, né realizzazione. Non vedete, amici miei, come queste visioni all’apparenza opposte potrebbero essere entrambe sia corrette che sbagliate? Vi ho spesso mostrato come nasca della confusione quando opposti punti di vista possono essere al tempo stesso corretti e distruttivi.

  25. Se la vostra volontà rientra in una di queste categorie - se è tesa, se è guidata da ragioni infantili, se non ne siete consapevoli, se è divisa, se è compulsiva e troppo avida - allora è giusto lasciare andare e rilassare la volontà. Ma se la volontà non funziona, o funziona in modo insufficiente, come potrete crescere? Allora c’è bisogno della volontà di crescere, di vivere, di amare. Eppure su un altro livello non ce n’è bisogno. Non potete usare la forza di volontà per sentire ciò che non sentite, anche se vorreste farlo. Ma dovete avere la volontà di osservarvi con franchezza e senza inganno, e con questa osservazione la vostra capacità di amare e vivere crescerà da sé. Trovate le forze unificanti che esistono al di là della divisione della vostra volontà, per aiutarla a crescere, unita, in un unico flusso.

  26. Se volete avere davvero delle buone relazioni, dovete desiderare di averle, ma senza forzare né aspettarvi un risultato immediato. Non affrettatevi a ottenere un risultato entro una certa scadenza, limitato in natura dalla vostra scelta. Le relazioni includono gli altri, oltre a voi, e quindi bisogna prestar loro attenzione. Se non si dà loro questa attenzione, la relazione si vanifica: un’attenzione rivolta sia alle manifestazioni e alle questioni esteriori e ovvie, sia agli atteggiamenti emotivi nascosti.

  27. Vi sto indicando la giusta combinazione di volontà e di desiderio, sempre nella libertà: l’egotismo se ne va e resta la volontà positiva. Occorre coltivare questa volontà di continuo, instancabilmente. Quando l’avrete conseguita lascerete andare l’egotismo, dimostrando tolleranza laddove ce n’è bisogno. Dovete altresì accrescere la consapevolezza delle vostre correnti di disturbo e dei bisogni e della volontà altrui, adeguandovi ai vari flussi e ai cambiamenti, poiché nulla di ciò che è vivo è statico. Solo uno spirito libero sarà vigile e rilassato abbastanza da sapersi adattare al flusso di condizioni sempre diverse dovute agli altri, a voi stessi, o alle circostanze della vita. Per poterci riuscire occorre una volontà sana; non si deve azzerare la volontà, ma evitare le rigide condizioni che l'egotismo applica a ogni dettaglio. La differenza tra volontà esterna e interna è questa.

  28. La volontà interna viene dal sé reale, che è intrinsecamente libero. Se lo lascerete fare, non sarete più limitati dal confinamento a cui vi relega l'egotismo.

  29. Senza volontà non c’è vera vita, né crescita. Se volete realizzare voi stessi e il vostro potenziale, spesso una volontà esterna tesa vi è di ostacolo. Per conseguire indirettamente la propria realizzazione occorre alimentare una libera volontà interna. L'approccio diretto è consapevolezza, però non basta: serve anche una volontà rilassata. Se la volontà è accompagnata da giudizi moralistici diventa distruttiva, poiché la verità si fa irraggiungibile. Se si può dirigere la volontà oltre la tendenza a moralizzare, e concentrarsi invece su ciò che è vero, anziché su ciò che è giusto, la volontà produrrà verità e, dunque, amore.

  30. In ogni area della vita dove avete realizzato il vostro potenziale e sperimentato una certa realizzazione, avrete dovuto corroborare con costanza la volontà sana. Guardate indietro e vedrete che è così. Per ottenere quel che vi prefiggete, bisogna costantemente nutrire la volontà in modo rilassato e generoso, senza incasellare i vostri concetti ristretti sperando in un particolare successo o in una specifica relazione. Un simile atteggiamento, che sia conscio o meno, vi assoggetterà. Coltivare interiormente la propria volontà - per crescere, per la consapevolezza di sé, per realizzare un potenziale o per una relazione importante - si intende per il tutto. Per le parti, tuttavia, essa deve essere flessibile e adattarsi a situazioni e condizioni in continuo evolversi. Con un tale atteggiamento avrete la generosità di spirito di consentire alle varie forze vitali, provenienti dal vostro sé reale e dall'altra persona, di interagire in modo armonioso.

  31. Ora, amici miei, studiate queste parole. Per studio non intendo una comprensione prettamente intellettuale, che è spesso di ostacolo a un assorbimento interiore, e dunque alla crescita. Cercate di percepire quel che dico con il vostro sé più intimo. Non cercate di realizzarlo a tutti i costi. Osservate piuttosto dove, quando e come deviate, senza giudizio né costringendovi a essere subito diversi. Basta osservare. Procedendo nel lavoro individuale del Sentiero, acquisirete una comprensione ancora più profonda; da quella angolazione capirete meglio voi stessi, e dunque il vostro prossimo e la vita in modo più profondo.

  32. Ora, ci sono domande su questo argomento?

  33. DOMANDA: Questo dare compulsivo ed eccessivo potrebbe indurre al sadismo? E, d'altro canto, non è tipico del missionario?

  34. RISPOSTA: Sarebbe una semplificazione eccessiva e anche errata affermare che indurrebbe al sadismo. No. Ma dal momento che tutto nella psiche umana è interconnesso, a volte vi si potrebbe trovare un collegamento. Ma, analogamente, lo si potrebbe collegare al masochismo. Sadismo e masochismo, come sapete, sono due facce della stessa medaglia: essi sono condizionati e determinati non da una, ma da svariate sfaccettature dell'animo umano.

  35. Riguardo alla seconda domanda, c'è del vero in quel che dici. Se si impone qualcosa su qualcun altro, che si tratti di amore o di un credo, lì c’è egotismo. La persona lo fa spinta da una pulsione. Non direi che i missionari abbiano necessariamente questa tendenza, ma diversi potrebbero averla. Se volete offrire amore o salvezza, abbiate la saggezza di accettare che l'altro potrebbe non gradire il vostro desiderio e le vostre idee. Occorre più maturità e saggezza del comune, ma serve soprattutto consapevolezza di sé per lasciare liberi gli altri, pur nella loro incompletezza.

  36. Riguardo alle dottrine, per meravigliose che possano apparire, nulla paralizza lo spirito e l'anima più dell’adozione di una dottrina che viene sovrapposta, anche se giusta. Ne ho già parlato a lungo, ma non mi stancherò mai di ribadire che si possono conseguire libertà e crescita interiore solo se si è sé stessi. In un percorso come questo giungerete a fare una esperienza intima di ciò che alcune dottrine potrebbero insegnarvi solo a parole: l'unico credo che sia genuino e che porti crescita.

  37. DOMANDA: Quando parlavi della volontà che sta dietro l'amore, dicevi che essa è nutrita da una brama, da un desiderio. La volontà non è nutrita anche dall'esperienza e dal giudizio? Lo chiedo perché, se si parla di amore, si deve anche parlare di incompatibilità emotiva.

  38. RISPOSTA: Certo, la volontà dipende anche dall'esperienza e da quel che avete appreso, non solo dalle necessità più intime. È molto importante capire quale sia il vero bisogno. Anche se quel bisogno, così com’è, è infantile e immaturo, voi sapete che è molto meglio ammetterlo. Ciò non vuol dire per forza dargli seguito, ma siate pienamente consapevoli della sua esistenza. Dunque, il bisogno si trasforma in volontà. Un bisogno genuino che viene consegnato alla volontà, per imperfetto e immaturo che sia, è più sano di una volontà matura e sana soffocata da sovrastrutture esterne derivanti da influenze educative od opinioni altrui, che vengono adottate per varie ragioni. Tale sovrapposizione conduce a quell'autoalienazione di cui abbiamo parlato così spesso. Anche le proprie esperienze personali potrebbero essere fuorvianti poiché condizionate da schemi, immagini e nozioni preconcette. Il numero limitato di esperienze e la vostra visione distorta su di esse non vi daranno la libertà che vi dà la realtà. Esse potrebbero impedirvi di andare incontro alla vita in modo aperto per ampliare il vostro orizzonte e la vostra capacità di sperimentare la vita appieno. Tuttavia, se vivrete con onestà nei vostri stessi confronti, per imperfetto che possa ancora essere il vostro io, la spontaneità e la consapevolezza di chi siete veramente e di ciò che volete in quel momento vi libereranno dalle pastoie della limitazione, dai preconcetti, e da una visione ristretta e rigida che proviene dall’aver distolto lo sguardo da voi stessi.

  39. Manipolare la volontà secondo ciò che sapete o pensate essere giusto, anche solo in base alle vostre limitate esperienze passate, paralizza la spontaneità del sé reale. Anche se il vostro vero io desiderasse qualcosa privo di utilità, il solo prenderne atto - senza per forza soddisfare quel desiderio - sarebbe tanto più salutare del volere qualcosa che non c’entra per nulla con voi. Se il vostro volere è dettato dalla paura, voi non riuscite neppure a capire il vostro vero desiderio, né il bisogno che si cela dietro. Se il vostro volere deriva da qualcosa di sovrapposto e non sperimentato con le vostre emozioni ancora infantili, allora siete in guai più seri di quanto lo sareste rimuovendo le sovrastrutture. Perché solo così potrete superare l'infantilismo e arrivare a quell'area del vostro essere in cui il vostro bambino possa accogliere le forze animiche che lo faranno crescere.

  40. Ma spiegati meglio sull'incompatibilità.

  41. DOMANDA: Se investo il mio desiderio infantile, il mio amore e la mia volontà in un rapporto in cui c'è incompatibilità, vuol dire che è tutto sbagliato, se il termine rende l’idea?

  42. RISPOSTA: Se hai capito davvero la lezione, hai già la tua risposta. Se c'è incompatibilità, è solo perché la volontà - di uno o di entrambi i partner - viene iniettata in modo forzoso in una relazione che non può funzionare tra quei due in particolare. Magari tra di essi potrebbe nascere un altro tipo di relazione, ma una volontà oltremodo irruente non ne considera neanche l’eventualità. Ciò che è realizzabile non viene captato, dal momento che il vostro volere è sintonizzato su qualcos'altro: voi volete che la realtà si adatti a quello che voi desiderate. È così che nascono i problemi di incompatibilità.

  43. DOMANDA: Ti chiedo qualcosa riguardo al mio nipotino che vive perennemente nella paura e che, a causa di ciò, si ammala di continuo. Prova paura perché le persone che ama, i suoi cari, nutrono un’ostilità reciproca. E se lui prova ad amare uno, l'altro si defila. Si sente continuamente lacerato. Mi potresti forse indicare qualche soluzione?

  44. RISPOSTA: Non c'è nulla che ti possa dire che tu non sappia già, ma cercherò di aiutarti. Per prima cosa, tutti voi dovete affrontare il fatto che la sua paura è fondata. Non è una sua invenzione, né un’immaginazione. Se scaverete fino in fondo, e non rimarrete in superficie, già il fatto di prenderne atto avrà un effetto curativo - non solo sul bambino, ma anche su tutti voi.

  45. Affrontando in modo aperto la situazione incontrerete il problema del vostro senso di colpa, di cui dovete prendere pienamente coscienza. Ciò vi aiuterà a mettere a fuoco la domanda: "Ho forse causato un problema interiore a questo bambino per via della mia imperfezione? Come posso sopportarlo?". Non prendere coscienza di questa pressante domanda vi impedisce di affrontare la questione e alimenta l’impulso a cercare di eliminare i vostri sentimenti distruttivi, evidenti responsabili della paura del bambino. Più cercherete di liberarvi in modo compulsivo dei sentimenti distruttivi, più dovrete fingerete di sentire qualcosa che non sentite realmente. Tutto ciò non fa che aggravare il problema sia nel bambino che in tutti voi, fomentando paure e sensi di colpa. Ma se affronterete ciò che sentite e lo capirete bene, andando alle radici - cosa possibile solo se non ci sono sensi di colpa o giudizi su di sé e gli altri - allora inizierete a cambiare l’atmosfera ancor prima di cominciare a sentirvi diversamente. Questo non farà che del bene al tuo nipotino.

  46. Oh, potete dirgli tante cose, e lui sarà certo in grado di capire. Ma quel che gli direte non sarà di grande aiuto se non affronterete quello che c’è senza moralismi, ma semplicemente accettando la vostra immaturità; così facendo saprete capire ancora meglio e si allenterà la tensione che induce la paura. La tensione dipende più che altro dal vostro tentativo compulsivo di essere qualcuno che non potete ancora essere, giacché non capite appieno quello che c’è alla radice. Accettate questo lento processo di crescita. Smettetela di essere compulsivi e impazienti, e il vostro sentire, anche se imperfetto e ostile, farà meno danni di quanti ne farebbe la vostra compulsione a cercare di evitarli.

  47. Con tale stato d'animo, tutti voi capirete chiaramente che, come voi, anche il bimbo ha portato in questa vita i suoi problemi irrisolti. L'ambiente mette in risalto solo quello che esiste già: non può far emergere quello che non c’è. Il tuo nipotino si deve vivere i suoi problemi, come voi i vostri. Genitori imperfetti e condizioni ambientali servono solo a far venire alla luce i problemi. Ma riuscirete a fare di questa verità un'esperienza personale solo se e quando riuscirete a eliminare la fretta, la non accettazione di voi stessi, la dipendenza dal seguire dettami morali altrui per ricevere approvazione, e anche i sensi di colpa e le paure. Fino ad allora, lo potrete aiutare con il vostro impegno sereno in questo lavoro di auto-consapevolezza e di auto-accettazione.

  48. Tutto questo voi già lo sapete, ma spesso non lo applicate al piccolo sentire quotidiano che esprimete senza prenderne atto, e senza catturarne, quindi, il significato più recondito. Ciò vi consentirà dunque di percepire l'effetto che avete l'uno sull'altro e, in questo, il tuo punto di vista e quello degli altri è ancora limitato. Questo è qualcosa che non avete ancora davvero preso in considerazione.

  49. DOMANDA: Intendi me, personalmente? O intendi tutti noi?

  50. RISPOSTA: Beh, almeno tu e tua figlia che state facendo un lavoro di autoscoperta, in cui avete realizzato che è proprio questo il timore del bambino. Avete perseguito il modello di lealtà frammentata. Ormai capite - ed è un notevole passo avanti - non solo che le cose stanno in questo modo, ma anche il motivo, in una certa misura. Eppure non avete ancora capito, o sperimentato, o percepito, l'effetto che questo ha sugli altri, e che se ne prendete atto aiuterete anche il bambino. Capire senza moralizzare.

  51. DOMANDA: Dice la numerologia che alcuni numeri sono propizi mentre altri no. È così?

  52. RISPOSTA: Vi consiglio vivamente di tenervi lontano da questi argomenti. Molto lontano.

  53. DOMANDA: Fa parte dei piani della natura che un bambino sviluppi una reazione, una nevrosi, nei confronti di uno o di entrambi i genitori, sebbene siano persone degne?

  54. RISPOSTA: Certamente non fa parte dei suoi piani. No. Anche qui c’è la dimostrazione di un concetto del tutto errato di essere umano e di vita. La questione dipende dalle azioni degli esseri umani. L'unico modo per capire perché alcuni bambini che vivono in situazioni ottimali sviluppino delle cosiddette nevrosi, mentre altri, malgrado delle situazioni sfavorevoli, ne siano influenzati in modo trascurabile - sebbene nessun essere umano ne sia esente - è accettare di non essere nati un’unica volta, ma che ci si incarna di volta in volta con i problemi che non erano stati risolti nelle vite precedenti. Non è la natura ad avervi dato quei problemi.

  55. DOMANDA: Una volta ci hai detto che è più facile lavorare in questo percorso qui, sulla terra, che nel mondo spirituale. Eppure noi sappiamo che anche i nostri cari si stanno evolvendo. Anche loro stanno lavorando per la propria realizzazione e sono aiutati dal nostro lavoro su noi stessi. Potresti spiegare come funziona la cosa?

  56. RISPOSTA: Crescita e autosviluppo possono, in una certa misura, verificarsi in ogni sfera dell'essere. Ma laddove s’incontrano maggiori ostacoli, proprio lì la crescita può essere più efficace, a condizione che la persona lo desideri. I problemi radicati in profondità non emergono senza impedimenti od ostacoli. E dato che non si manifestano, voi non ne diventate consapevoli. E senza consapevolezza non ve ne potete affrancare. Tutte cose che ho già spiegato in passato.

  57. Nelle sfere spirituali in cui si vive senza il corpo fisico non ci sono impedimenti causati dalla materia. Liberi da questo intralcio si può ancora crescere ed evolvere, fino a un certo punto, ma certo non nella stessa misura che sulla terra, dove la materia è onnipresente. È un tipo di resistenza. Abbiamo parlato di resistenza psicologica, ma questo è solo un aspetto, una sfaccettatura della resistenza in quanto tale. La vita terrestre, la vita nella materia, è resistenza. Senza resistenze la vita sarebbe impossibile. Ma opponendo troppa resistenza, un po’ alla volta vi bloccate, e se eccedete non vivete neanche più. La vita sulla terra richiede un certo equilibrio tra l’eccesso e la scarsità di resistenza. Lo stesso dicasi della volontà. La volontà è una forza che supera la resistenza della materia, la resistenza della separazione. Se la volontà è eccessiva è dannosa, e se è troppo debole non basta a superare la resistenza della materia. Per questo si cresce molto più in fretta, se c’è resistenza. Imparando a convivere con la resistenza, si sviluppa interiormente il giusto equilibrio, nella giusta misura. Inutile dire che per riuscirci non basta imparare norme e regole, leggi e dottrine. Ci vuole un sentire interiore, che il Sentiero aiuta ad accrescere. È qualcosa di intuitivo, che non s’impara. Voi crescete adattandovi al giusto flusso di quel particolare livello di resistenza di cui avete bisogno, cha varia per ciascuno di voi. Ogni persona possiede una vibrazione personale, o frequenza, che è la somma totale del suo intero essere, esteriore ed interiore. La resistenza si deve adattare, per così dire, alla resistenza generale della materia, seguendo la propria vibrazione personale. Nella misura in cui vivete in modo produttivo e armonioso, la vostra vibrazione sarà in armonia con la resistenza generale della materia. Ecco perché l’evoluzione procede molto più velocemente sulla terra.

  58. Sia benedetto ognuno di voi. Possano queste parole suscitare di nuovo un'eco nel vostro essere più intimo. Che possano essere feconde per voi, forse non subito, forse nei mesi o anche negli anni a venire, quando, nel vostro lavoro di autoscoperta, arriverete al punto in cui capirete fino in fondo quello di cui vi ho parlato stasera. Siate in pace, miei cari. Siate in Dio.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 103 - Harm of too Much Love Giving - Constructive and Destructive Will Forces
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