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Lez. 1 - Il mare della vita

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
11 marzo 1957

Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Settembre 2017

  1. Vi saluto e vi porto le benedizioni di Dio, miei carissimi.

  2. Dalla più ampia prospettiva dello spirito, la vita umana appare come un quadro vivente in cui la forma e la sostanza della vita terrena sono rappresentate come un mare, un oceano, sul quale ogni vita è una barca. Spesso quest’analogia vi si presenta nei sogni. Il quadro rivela vari aspetti della vita: il mare può essere in tempesta, il cielo grigio, e poi di nuovo il sole tornerà a brillare e le acque si calmeranno, finché non giungerà la prossima tempesta. E così si alternano gli eventi, fino a quando il viaggio non giungerà alla sua destinazione. La destinazione è la terra ferma, il mondo dello spirito, la vostra vera Casa. Perciò tutto dipende da quanto bene riuscite a dirigere la vostra vita.

  3. Alcuni capitani sono abili, esperti e addestrati, e come tali non temono il pericolo; dirigono bene la loro piccola barca attraverso gli elementi e nei periodi di calma e bonaccia recuperano le forze per la tempesta successiva. Altri s’innervosiscono e, quando si prospetta una tempesta, perdono il controllo. Altri ancora sono così spaventati che, nell’estremo terrore, non riescono in nessun modo a governare la loro barca, lasciandola andare alla deriva attraverso le tempeste della vita – e così non ne traggono alcun vantaggio. Naturalmente, voi capite bene che le turbolenze atmosferiche, i temporali, gli uragani, le nuvole che si ammassano, simboleggiano le prove che la vita vi porta. Le persone che hanno già seguito qualche insegnamento spirituale, e che sono quindi più sensibili, possono usare l‘intuizione per riconoscere dove la loro piccola barca si trova in ogni momento.

  4. Ora vorrei parlare delle prove. Difficilmente troverete un gruppo di persone, che si tratti di una famiglia o di qualsiasi altra comunità, in cui almeno un’anima umana non sia ancora ad un livello di sviluppo ancora così basso da non diventare un giocattolo nelle mani delle forze dell’ombra. Questo non significa che questa persona sia in qualche modo malvagia. No, ma è sufficiente che nella sua vita non accetti la validità di alcune leggi spirituali, che non le applichi a se stessa o che, nonostante certe sue ottime qualità, non sia onesta con se stessa. Questo è sufficiente a renderla un giocattolo nelle mani delle forze dell’oscurità. Il mondo dell’ombra trae materiale da queste correnti, dalla mancanza di autodisciplina e consapevolezza di sé e da tutte le forme che si manifestano quando un essere umano non segue la legge divina.

  5. La materia spirituale assomiglia a dei fili sottili, simili a raggi – in questo caso cupi nel colore e nella consistenza – arrotolati, annodati e ingarbugliati, finché non ne vien fuori un tal compatto groviglio di confusione che si riuscirebbe a sbrogliare solo con la più grande difficoltà. Tuttavia quella persona non è la sola a fornire il materiale per la confusione, tutte le altre persone coinvolte, infatti, contribuiscono a loro volta con i loro errori e debolezze in quelle aree in cui violano la legge spirituale. Così, altri fili della stessa natura vengono filati fino al punto in cui la verità non è più riconoscibile – perlomeno non così facilmente – persino da coloro la cui vista è più nitida, ed è spesso necessario un grande sforzo per scoprire la verità.

  6. Per chi si sforza di raggiungere una più alta consapevolezza spirituale, è spesso veramente difficile sapere come comportarsi quando giungono tali prove, perché le forze oscure sanno fin troppo bene come far apparire vero il falso, falso il vero, cattivo il bene, buono il male. E così gli umani vanno in confusione – proprio loro che desiderano tanto essere nella verità. Non sanno più come agire in modo corretto. Spesso le loro correnti interiori disarmoniche, delle quali sono inconsapevoli, contribuiscono non solo a rendere ancora più offuscata la situazione, ma impediscono anche di percepirla con chiarezza, e di conseguenza capire come affrontarla.

  7. Per dissipare le nuvole oscure e vedere la verità, è importante che ognuno venga istruito nella consapevolezza spirituale e che, a seconda del proprio livello, intraprenda il compito di sviluppare se stesso al massimo delle sue capacità. Altrimenti anche voi, sia pure in modo diverso e senza esserne consapevoli, diverrete un giocattolo per le forze dell’oscurità, la vostra barca sarà sbattuta a destra e a manca e non sarete più capaci di tenere la rotta e di dirigerla al meglio. Non riuscirete nemmeno a dissipare da soli le pesanti nubi, quando cercherete di vedere la verità e di percepire il nocciolo del problema.

  8. Potrete sapere che cosa fare o non fare per mettere la vostra energia al servizio del bene, solo quando intraprenderete un cammino come questo. Allora potrete imparare quella disciplina necessaria per entrare nel vostro silenzio interiore in qualsiasi  momento – specialmente quando imperversano le furiose tempeste– e prendere contatto con Dio e con i suoi spiriti divini. Allora potrete aprirvi all’ispirazione della verità attraverso l’osservazione di voi stessi con tutti i vostri difetti, e vincendo ogni resistenza.

  9. Le leggi spirituali possono e dovrebbero diventare una realtà vivente su tre differenti livelli – e quanto più alta è l’evoluzione spirituale della persona, tanto più è possibile penetrare questi livelli in profondità. Questi sono: agire, pensare e sentire.

  10. Il compito più difficile è a livello emozionale. Questo è il livello più alto perché, prima di tutto, molti sentimenti sono inconsci e voi avete bisogno di lavoro, di forza di volontà e di pazienza per renderli consci, e inoltre perché non si possono controllare i sentimenti tanto velocemente e direttamente quanto i pensieri e le azioni. Prima che le emozioni possano persino incominciare a cambiare, a livello spirituale è necessario un impegnativo lavoro d’introspezione, di autoanalisi e la completa assimilazione delle leggi spirituali.

  11. Meno una persona è evoluta, più superficiale sarà la sua comprensione e l’aderenza alle  leggi spirituali. Ecco perché Dio per prima cosa diede i Dieci Comandamenti al genere umano. Essi hanno a che fare con le azioni. “Tu non ruberai”, “Tu non mentirai” e così via. Queste cose erano già difficili da accettare per la persona media di quel tempo, e ancora lo è per certi gruppi di persone che si sono incarnate dalle sfere inferiori.

  12. Lo stadio successivo è coltivare i propri pensieri. Molto spesso una persona agisce correttamente, ma i pensieri prendono un’altra direzione; molti agiscono in modo corretto perché altrimenti avrebbero dei guai con il mondo esterno, ma per loro è ancora difficile controllare i pensieri, e spesso vorrebbero fare cose che non sono in accordo con le leggi divine. Non hanno ancora compreso che questi loro pensieri e sentimenti egoisti li condurranno nello stesso conflitto dentro di  sé, poiché nello spirito tutti i pensieri e i sentimenti prendono una forma e una sostanza che creano effetti esterni e reazioni a catena, anche se non si è capaci di riconoscerli come tali. Una tale visione d’insieme richiede una consapevolezza spirituale che può venire solo da un’evoluzione superiore. Per questo motivo il Cristo vi portò una comprensione più ampia delle leggi divine e dei comandamenti, e insegnò che si può “peccare” anche con il pensiero. A quel tempo l’umanità stava appena incominciando ad aprirsi a questa consapevolezza più espansa ed a questa profondità di percezione. E oggi l’umanità inizia ad essere ricettiva ad una comprensione spirituale ancora più profonda.

  13. Le persone al secondo stadio, che fanno del loro meglio per lavorare a livello dei pensieri e li stanno purificando, sono ben più avanti di coloro che hanno raggiunto soltanto lo stadio che prevede di adempiere alle leggi a livello delle azioni esteriori. Ma voi, cari amici, dovete imparare ad andare ancora più in profondità, per raggiungere i vostri sentimenti reali, quelli che spesso rimangono nell’inconscio e vengono prontamente ricoperti da scuse e pretesti e sui quali è così facile mentire a se stessi  pur di non dover veramente guardare che cosa vi si trova. Tale auto-inganno vi trascina inevitabilmente in un conflitto con voi stessi e sovente anche con il vostro ambiente; le cose stanno così, anche se rifiutate di riconoscere la vera origine dei vostri conflitti. E’ alquanto difficile purificare i propri pensieri. Di conseguenza, il dover riconoscere che un bel numero dei vostri sentimenti si discosta ancora di molto dai vostri pensieri e dalle intenzioni coscienti, è abbastanza doloroso.

  14. E’ proprio questo ulteriore sforzo che Dio vuole che tutti facciano. L’ultimo stadio e l’approfondimento della coscienza sono naturalmente i più difficili da raggiungere, ma è la meta alla quale tutti voi aspirate: è la vera purificazione. Coloro che riescono a portare alla coscienza i sentimenti più profondi e sono disposti a riconoscere che quei sentimenti non sono sempre in linea con ciò che sentono vero nei loro pensieri, hanno già compiuto un grande passo avanti. Se lavorate con costanza su questo punto, finché lentamente non ne acquisite la maestria, potrete penetrare non solo nella vostra personale verità ma, nel momento della prova, in situazioni difficili, anche al cuore della verità. A quel punto potrete disperdere le nubi, e poi districare l’insieme ingarbugliato dei fili, nodo dopo nodo. Perché solo chi affronta se stesso sempre di nuovo e con coraggio– e qui la vanità è un ostacolo insormontabile – può farsi un quadro reale delle altre persone e di qualsiasi situazione esterna. Chi è cieco alla propria verità, è cieco alla verità degli altri.

  15. Anche i nodi e i grovigli sono forme spirituali che hanno una loro realtà, miei cari.  Noi riusciamo sempre a vederli intorno ad ogni gruppo di persone. Ognuno aggiunge la sua parte all’intreccio dei fili intessuto dalle forze oscure, e spesso una persona da sola riesce a creare enormi grovigli e a moltiplicare la confusione. Ma se in un gruppo c’è anche una sola persona che abbia intrapreso l’alto e diretto cammino spirituale, e che si confronti con se stessa giorno dopo giorno, alla fine sarà quella – lo ripeto, non da un giorno all’altro –che riuscirà ad allentare un nodo dopo l’altro, finché saranno tutti sciolti, e ogni cosa diverrà chiara. A quel punto anche il più debole non riuscirà più a ingannare se stesso, cosa che in ogni caso lo danneggiava e ne impediva lo sviluppo. Naturalmente, lì per lì, durante quel processo di conoscenza di sé, sorgeranno delle resistenze, perché la confusione alimenta il sé inferiore, il quale preferisce la vanità e la via di minor resistenza, pratica l’auto-inganno e vive di conflitto. Ma a lungo termine, persino le persone più deboli si sentiranno liberate man mano che le nubi spariranno dalla loro vita. Quando la verità illuminerà con il suo chiarore una situazione precedentemente oscura, non resteranno questioni irrisolte su quale sia il giusto atteggiamento da scegliere, che cosa sia corretto fare e quale sia l’azione giusta da intraprendere.

  16. Ognuno ha sufficiente conoscenza di sé – o dovrebbe sforzarsi di arrivare a questo punto - per chiedersi, “Che cosa sono in grado di fare per contribuire al Piano di Salvezza Divino?” Sono molte le persone che hanno compiti che non destano clamore.  Ma silenziosamente, per il suo stesso bene, ognuno può e dovrebbe incominciare a fare la sua parte, poiché tutti hanno un compito nel Piano Divino, persino i più deboli. Per essi potrebbe essere sufficiente, e forse potrebbe significare il massimo delle loro possibilità, sbarazzarsi di qualche limitazione, ricomporre la relazione con un altro essere umano col quale si era reincarnato proprio a questo scopo, allineare le sue azioni alle leggi divine e trattenersi dal cedere agli istinti più bassi. Ad altri è richiesto di più; da tutti sempre ciò è più difficile, che richiede la più grande perseveranza; ognuno purifica se stesso e si evolve nei limiti delle capacità del suo livello evolutivo e della sua forza.

  17. Per quelli che sono più avanzati nello sviluppo, questo processo di purificazione conduce automaticamente all’abilità di districare i nodi nel loro ambiente e a chiarire situazioni confuse. Essi compiono così quello che già intendevano fare e contribuiscono al Piano di Salvezza Divino, nel quale ogni atto di cooperazione conta enormemente. In seguito, altri compiti li attenderanno. Tutti voi esseri umani volete essere felici, e naturalmente noi comprendiamo questo desiderio. Senza questo desiderio di felicità e perfezione nell’animo umano, non sarebbe possibile alcuno sviluppo spirituale. Ma solo pochissimi si chiedono: “Che cosa posso fare? Come posso contribuire al Piano di Salvezza Divino?”. Voi chiedete sempre qualcosa, non necessariamente con preghiere volte direttamente alla realizzazione di questo o quel desiderio, ma con la vostra volontà, con i vostri sentimenti e spesso perfino con i vostri pensieri. Volete il meglio per voi stessi e siete scontenti delle difficoltà della vita.

  18. Avete mai chiesto a Dio: “Che cosa posso fare per Te?” Perché chi reclama la felicità come suo fine ultimo – e di solito è così, anche se non lo sa – interrompe il ciclo del flusso vitale di energia che è alla base di tutto ciò che è spirituale. E nel momento in cui il ciclo s’interrompe, esso cessa di esistere. Supponiamo che un vostro particolare desiderio sia stato esaudito, se il bene che avete ricevuto rimane fine a se stesso, non può rimanere vivo in voi, e perciò la vostra felicità sarà breve. Solo coloro che mantengono il flusso costantemente attivo, sempre consapevoli del Piano Divino di Salvezza e ispirati dal desiderio di mettere al servizio della spiritualità e del Piano tutto ciò che hanno ricevuto in termini di aiuto e grazia, felicità e realizzazione, intervento divino e guida, e agiscono e sentono in accordo a ciò, saranno capaci di sostenere e mantenere viva la loro felicità.

  19. Voi potete e dovreste permettere a Dio di guidarvi, così da poter raggiungere questa meta. Chi lo fa è indubbiamente partecipe dell’ordine divino e la sua felicità non verrà mai meno, né diminuirà o si esaurirà, ma rimarrà sempre viva, pulsante rinnovandosi continuamente. E solo una persona con questo genere d’intenzioni è meritevole di una guida speciale e dell’aiuto divino.

  20. Sì, miei cari amici, poche persone pensano in questo modo. Ci si rivolge a Dio per esprimere desideri e richieste, ma non si è disposti a offrire nulla al mondo divino, a questo grande sforzo che è così cruciale. Pensate a queste cose, tutti voi.  Chi si avvicina a Dio in questo modo, può ricevere ancora più luce e aiuto per districare i nodi, e per avere la forza necessaria di dirigere bene la sua piccola barca, anche attraverso una tempesta, così da emergerne rafforzato e illuminato, come vuole la volontà di Dio.                     

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 1 - The Sea of Life
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